Hina, il fratello toglie la foto dalla lapide perché “Troppo spogliata”

Non c’è pace per Hina Saleem, la ventenne pakistana uccisa dal padre 12 anni fa insieme ad alcuni parenti perché “troppo occidentale”  e poi sepolta nel giardino di casa. La foto che era esposta sulla lapide nel cimitero Vantiniano di Brescia, lapide donata da un anonimo benefattore lo scorso giugno, è stata staccata dal fratello maggiore, Suleman, diventato il capofamiglia dopo l’arresto del padre, condannato a 30 anni per omicidio. “Ho tolto la foto per questioni di decoro – ha detto – Quell’ immagine non andava bene”. Hina era troppo spogliata, indossava una canottiera rosa e per la nostra religione non è rispettoso apparire così su una tomba. Anche nelle vostre chiese non si può entrare in quel modo”. Suleman ha spiegato di aver agito “solo dopo averne parlato” con la sua famiglia e ha promesso che sceglierà “un’immagine più decorosa” per ricordare la sorella.

La storia di Hina fece scandalo non solo per la tragica morte di una giovane ragazza, colpevole soltanto di aver voluto vivere come le sue coetanee, ma la vicenda riportò anche alla luce la difficile condizione di molte giovani della comunità musulmana in Italia e il tema, in generale, dell’integrazione. La famiglia di Hina viveva a Gardone, in provincia di Brescia. Musulmani praticanti e tradizionalisti, i parenti erano completamente in disaccordo con la decisione della ragazza di vivere come le sue amiche italiane e quel contrasto irrisolvibile portò al triste epilogo: l’assassinio della ragazza. Il padre, con l’aiuto di due generi e di un cognato, prese un coltello e la uccise. Poi seppellì il cadavere in giardino con la testa rivolta verso La Mecca. Ora il padre, Mohammed Saleem, deve scontare 30 anni di carcere, mentre i due cognati della ragazza 17 e solo due anni lo zio. Anche la Cassazione scrisse: Hina non fu uccisa per «motivi religiosi e culturali», ma per «un patologico e distorto rapporto di possesso parentale». Viveva all’occidentale: conviveva con un fidanzato bresciano, indossava i jeans, le piaceva bere qualcosa ogni tanto o accendersi una sigaretta. Voleva soltanto vivere a modo suo, sperimentando da sola per trovare la strada giusta. Una strada a senso unico che si è irrimediabilmente interrotta proprio nella casa di famiglia, dove fu sepolta la prima volta. Ma a quanto pare Hina ancora non trova pace.

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@vale_gallinari