I Miserabili, al Teatro Quirino domina l’imponente talento di Franco Branciaroli

Millecinquecento pagine di uno dei romanzi più popolari di tutti i tempi condensate in circa tre ore di spettacolo. Questa è stata la titanica impresa di Luca Doninelli che si è cimentato nell’adattamento teatrale de I Miserabili di Victor Hugo del 1862, diretto da Franco Però e in scena al Teatro Quirino fino al prossimo 4 novembre, con un monumentale Franco Branciaroli nel ruolo di Jean Valjean accompagnato da altri straordinari attori come Francesco Migliaccio (Javert) e Valentina Violo (Eponine), i quali tutti insieme riescono a restituire il significato e la variegata psicologia umana contenuta nel rinomato romanzo storico d’oltralpe.

I MiserabiliSullo sfondo di vent’anni di storia francese, quello che va dalla restaurazione postnapoleonica (1815) alla Rivolta antimonarchica del 1832, il capolavoro di Victor Hugo narra le vicende di diversi personaggi appartenenti agli strati più bassi della società francese dell’Ottocento, i cosiddetti “miserabili” appunto: persone cadute in miseria, ex forzati, prostitute, monelli di strada, studenti in povertà…plebe perseguitata ma intimamente innocente e generosa che Hugo santifica e rende protagonista della storia. In particolare tutto si apre e si svolge attorno alla figura dell’ex galeotto Jean Valjean, un umile uomo condannato a scontare 20 anni ai bagni penali per aver rubato un tozzo di pane che, una volta uscito di galera e grazie al perdono del vescovo Myriel, farà di tutto per redimersi e dedicare la sua vita al Bene e alla misericordia, alla ricerca di una giustizia che riscatti l’umanità e il destino senza speranza degli ultimi. Jean Valjean, vittima e colpevole allo stesso tempo, è il filo narrativo attorno al quale si intrecciano le vicende degli altri personaggi, ponendosi soprattutto in gigantesca antitesi con il personaggio di Javert che incarna la cinica e rigida giustizia che non ammette la possibilità di riabilitazione per chi sbaglia, un uomo freddo e privo di sentimenti che osserva i “miserabili” con odio e disgusto ritenendoli colpevoli della propria condizione disperata.

I MiserabiliNel lungo spettacolo che a tratti risente della complessità del romanzo originale, domina su tutto e tutti la magistrale interpretazione di Franco Branciaroli che ancora una volta riversa sul palcoscenico tutto il suo talento. Dotato di una straordinaria forza espressiva, Branciaroli utilizza i virtuosismi della sua ineguagliabile vocalità modulando il tono in funzione delle necessità drammaturgiche. Nonostante la bravura del resto della compagnia è lui il protagonista indiscusso, colui che con la sola imponente presenza scenica  riesce a riempire un palcoscenico. Degna di menzione è anche l’essenziale e dinamica scenografia ideata da Domenico Franchi, composta da grandi pannelli rettangolari che gli attori muovono nello spazio a seconda dei cambi di scena, ruotandoli e aprendoli “come le pagine di un libro”. Una macchina perfetta dunque, altamente riuscita per gli amanti del teatro classico e della grande letteratura, quell’arte senza tempo capace di parlare a ogni epoca perché espressione dei grandi valori universali del genere umano.

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@vale_gallinari