Il nuovo Governo sbarca al Consiglio Europeo

Si è finalmente giunti alla vigilia del tanto atteso Consiglio Europeo di giugno, appuntamento che tante pressioni aveva destato durante i giorni di consultazioni per la formazione del nuovo Governo.

Per la prima volta dopo tanto tempo l’Italia si siede a Bruxelles attraverso dei rappresentanti politici pronti a fare l’interesse nazionale, anteponendo quest’ultimo alle esigenze della Commissione Europea e degli altri organi UE.

Le sedute del Consiglio si terranno a Bruxelles e riguarderanno prettamente temi legati all’immigrazione, sicurezza e difesa nonché economia e finanza.

Mercoledì il Governo era in aula per presentare al Parlamento le sue intenzioni in vista del fine settimana europeo: il premier Conte ha confermato per l’ennesima di aver fatto accantonare durante il pre-vertice sull’immigrazione della scorsa settimana la bozza proposta da Francia e Germania, ricca di clausole e condizioni ostili agli interessi italiani (vedi gli hotspot su territorio italiano). Un cambio di passo decisivo.

Consiglio Europeo
Giuseppe Conte in Aula.

Ora il nostro esecutivo si presenta a Bruxelles forte della bozza sull’immigrazione presentata durante lo stesso pre-vertice, intitolata European Multilevel Strategy for Migration e composta dai seguenti punti:

  1. Intensificazione dei rapporti tra UE e Paesi terzi da cui transitano o partono i migranti. Maggiori investimenti in progetti di sviluppo e formazione.
  2. Creazione di centri internazionali di protezione nei paesi di transito.
  3. Rafforzare le frontiere esterne dell’Unione Europea
  4. Superamento del regolamento di Dublino (considerato dal Governo inadeguato a gestire i flussi migratori)
  5. Superamento del criterio del paese di primo arrivo.
  6. Unione Europea e stati membri devono assumere responsabilità comune sugli esseri umani salvati in mare.
  7. Contrasto da parte dell’Unione Europea al traffico illecito di esseri umani
  8. Maggiori centri di accoglienza in tutta l’Unione Europea e non solo in Italia.
  9. Contrasto dei movimenti secondari attuando principi sovraesposti: spostamenti intraeuropei risulteranno marginali.
  10. Facoltà di ogni Stato membro di stabilire le quote d’ingresso va controbilanciato con la previsione e rafforzamento di adeguate contromisure finanziarie nei confronti degli Stati che si rifiutano di accogliere immigrati.

È chiaro che sarà molto complicato strappare un placet del Consiglio su tutti i punti su riportati: altrettanto chiara è però la radicale inversione di marcia di un Governo che, rispetto agli esecutivi più recenti, si siede al tavolo con la dichiarata intenzione di fare concretamente l’interesse nazionale.

Lo dicono i fatti: proprio in queste ore il duo Toninelli-Salvini, rispettivamente ai Trasporti e all’Interno, ha strappato un risultato da molti definito storico. La Lifeline, che lo scorso 21 giugno aveva raccolto 224 migranti in zona SAR libica violando le norme del diritto internazionale, verrà accolta a Malta dopo un lungo periodo di trattative: il tutto si sarebbe sbloccato grazie al consenso di otto Paesi europei nella redistribuzione dei migranti. Diverso il destino per la nave dell’ONG, destinata a sequestro da parte delle autorità maltesi.

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La lifeline, ora nel porto di Malta

«La nave fuorilegge Lifeline arriverà a Malta e lì verrà bloccata per accertamenti. Altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!» dichiara Salvini. Solo un anno e mezzo fa il procuratore Zuccaro veniva attaccato su tutti i fronti per aver espresso delle perplessità sull’operato delle ONG. Ora il tavolo è completamente rovesciato.

Il vento sembra cambiare anche sul versante economico, almeno nelle intenzioni italiane: «Nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027, ribadiamo la necessità di avere un’Unione europea più giusta e più equa. Sono stati appena diffusi i dati Istat sulla povertà in Italia. Non può essere ignorato che nel 2017 oltre 5 milioni di persone in Italia hanno vissuto sotto la soglia di povertà. Dobbiamo dare risposte concrete, perché ci sono 5 milioni di persone che non possono più aspettare» ha puntualizzato il Primo Ministro. Conte presenterà a Bruxelles le politiche di crescita che il Governo italiano intende attuare nei prossimi mesi. Non comprenderle significherebbe la fine dell’UE per come, sfortunatamente, l’abbiamo conosciuta fino a oggi. E magari chissà, un anno zero delle democrazie sociali europee.