Canaletto 1697-1768, Palazzo Braschi celebra il grande vedutista veneziano
“…da nessuno de’ moderni fu eguagliato nell’arte di copiare e contrafare con tanta perfezione la natura ed il vero” . Venezia 1753
In occasione del 250° anniversario della morte del grande Canaletto, uno dei più noti artisti del Settecento europeo e celebre per aver rivoluzionato il genere della veduta, la città di Roma dedica al pittore veneziano la mostra Canaletto 1698-1768, ospitata fino al prossimo 19 agosto 2018 dal Museo di Roma Palazzo Braschi, luogo fortemente voluto per questa importante esposizione poiché, anch’esso risalente al XVIII secolo, in grado di integrare perfettamente le opere settecentesche nei suoi spazi, dando luogo ad un allestimento “altamente poetico”.
La mostra, curata dalla più grande esperta di Canaletto, Bożena Anna Kowalczyk, presenta il più grande nucleo di opere autografe mai esposte in Italia, con oltre 50 lavori tra dipinti e disegni provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo. Il percorso espositivo, diviso in nove sezioni, non vuole porre l’attenzione su un determinato periodo della vita dell’artista, bensì ripercorrerne l’intera parabola artistica: dalla sua prima attività di scenografo teatrale dove apprese la pennellata veloce, la prospettiva “ad angolo” e l’illuminazione drammatica, passando per i capricci archeologici, impetuose composizioni di fantasia che mostrarono fin da subito il suo genio pittorico, fino alle celebri vedute, splenditi capolavori capaci di rendere con naturalezza la luce, l’atmosfera e le architetture di Venezia con una sorprendente ricercatezza di dettagli architettonici e di vita quotidiana. Minuziosi particolari che, oltre ad essere un fondamentale documento dell’epoca, lasciano ancora oggi senza fiato.
Oltre alle tele come La Torre dell’Orologio in Piazza San Marco o Bucintoro di ritorno al Molo il giorno dell’Ascensione e ai magnifici e raffinati disegni come L’incoronazione del doge sulla Scala dei Giganti, uno dei fiori all’occhiello della mostra è senza dubbio il ricongiungimento artistico delle due parti di un’unica grande tela tagliata prima del 1802 e raffigurante Chelsea da Battersea Reach, qui riunita per la prima volta. Un interessantissimo viaggio nel tempo alla scoperta di un artista rivoluzionario il cui genio consistette, oltre che nella sconfinata abilità tecnica, anche nella sua continua sperimentazione e nella continua capacità di cambiamento. Un vedutista visionario le cui rappresentazioni di Venezia contribuirono a creare il mito della splendida città lagunare e che, con il suo successo internazionale, alimentò l’entusiasmo dei viaggiatori stranieri del Gran Tour nei confronti di quella che era un’imprescindibile tappa del loro percorso formativo.
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