Un amore sopra le righe, la travolgente storia di M. e Mme Adelman
Se è vero che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, questo è senza dubbio assodato nel caso del celebre scrittore francese Victor Adelman e di sua moglie Sarah, protagonisti del primo brillante lungometraggio di Nicolas Bedos Un amore sopra le righe, distribuito da Officine UBU e in uscita nelle sale italiane dal prossimo 15 marzo.
Tutto inizia dalla fine, ovvero nel giorno del funerale di Victor Adelman, uno dei più affermati scrittori del panorama francese dell’ultimo mezzo secolo, quando la vedova del noto e stimato autore incontra un giornalista che vuole saperne di più sulla sua vita per scriverne un libro, non una delle tante biografie bensì qualcosa di più intimo. Sarah Adelman inizia così a raccontare 45 anni della loro sorprendente storia d’amore andando a ritroso nel tempo, una vicenda amorosa molto fuori dal comune, attraversata da passioni, tradimenti, segreti e ritorni. Lui un ambizioso scrittore di famiglia cattolica e borghese, lei una colta e sveglia studentessa di origini ebree che si dal primo sguardo decide di legare il suo destino alla vita di quel giovane insicuro e pressoché inconcludente. L’energia e l’incredibile carica vitale di Sarah conquistano Victor, consapevole che il loro rapporto sarà la chiave per il decollo della sua carriera artistica e della sua conseguente celebrità. Apparentemente all’ombra del successo del marito ci si chiede: che ruolo riveste veramente Sarah Adelman? Tra le righe di un rapporto che cambia e si evolve nel tempo, si rivela essere lei l’indiscussa protagonista di una vicenda in cui lo scrittore finisce per soccombere schiacciato dal talento e dal fascino di lei, decidendo di indossare la maschera del personaggio che lui stesso sognava di diventare, immedesimandosi completamente.
Lungi dal configurarsi come una banale commedia romantica, la vicenda indaga in modo intelligente e originale il delicato equilibrio del bilanciamento dei pesi all’interno di una coppia, quel gioco di sopraffazioni e subordinazioni intellettuali e fisiche che in modo naturale, e a volte perfido, vanno a delineare i contorni di una relazione. Rainer Werner Fassbinder sosteneva che la dinamica delle relazioni amorose si basa in tutti i casi su di un rapporto perverso tra dominante e dominato, tra “vittima” e carnefice. Non esiste cioè nella coppia una relazione perfettamente “alla pari”, ma sempre un dislivello che determina che il più forte si affermi e prevarichi sull’altro. Nel caso di Victor e Sarah, nonostante per buona parte del film sembra che sia la donna a subire i tradimenti e i successi del marito, appare poi chiaro come sia stata invece lei l’artefice di tutto (?), manipolando l’intera vita di Victor e muovendone a suo piacimento i fili della sua esistenza. A Bedos e alla straordinaria interpretazione di Doria Tillier (sua compagna anche nella vita reale) va inoltre il merito di aver narrato con estrema veridicità 45 anni di vita di coppia con le sue entusiasmanti follie e i suoi naturali lati oscuri. Un film a tratti divertente, pieno di energia travolgente che riesce a trasmettere allegria, tenerezza, ma soprattutto la straordinaria umanità dei suoi protagonisti.
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