Trump ai poveri: “Mangiate cibo in scatola!”
La notizia della giornata viene dagli Stati Uniti dove Donald Trump ha pensato bene di risparmiare circa 21 miliardi di dollari l’anno nell’assistenza ai poveri e senzatetto. Negli Stati Uniti circa il 10% della popolazione è sotto la soglia della povertà e finora il governo provvedeva a mandare ad alcuni di loro un buono pasto mensile del valore di 120$. Ebbene, per poter portare il bilancio del Pentagono a 700 miliardi di dollari e costruire il suo bel muro al confine col Messico, il buon Donald Trump da qualche parte i quattrini deve pur trovarli, così ha pensato bene di sostituire il buono pasto con un pacco di cibo. Il pacco si chiamerà “America’s Harvest Box“, cioè scatola del raccolto d’America e conterrà succhi di frutta, latte a lunga conservazione, cereali, pasta, burro di arachidi e poi carne, pesce, legumi e vegetali tutti rigorosamente in scatola, niente cibo fresco quindi per i poveri.
La notizia della proposta della Casa Bianca ha fatto infuriare un po’ tutti. Innanzitutto si fa notare che, mentre col bonus di 120$ una persona è libera di comprare ciò che vuole mangiare, ma soprattutto ha la possibilità di poter seguire una dieta specifica anche in base a possibili problemi di salute o semplici allergie o intolleranze alimentari, con questo pacco si ritroverebbe a dover mangiare ciò che viene stabilito dal governo, che sarà ovviamente uguale per tutti, pur con le molteplici esigenze di una popolazione di poveri grande come una nazione di medie dimensioni.
Finora il Supplemental Nutrition Assistance Program, che si occupa degli oltre 40 milioni di poveri negli USA, aiutava proprio le persone meno abbienti a poter comprare cibo fresco, quindi di qualità, e a farlo da aziende agricole locali, aiutando quindi la produzione locale spesso pressata dalla grande distribuzione. Se la proposta di Donald Trump dovesse passare, invece, gli assistiti potrebbero mangiare solo cibo già trasformato. Ovviamente la prima critica arrivata proprio dall’interno dello SNAP è che se teoricamente si potrebbe risparmiare qualcosa sostituendo il buono con il pacco, il problema si avrebbe nella creazione di un autentico network di trasporti così efficace e capillare da raggiungere le decine di milioni di utenti. Ma al di là della fattibilità concreta, che certamente sarà un ostacolo insormontabile, il dato più raccapricciante è la proposta in se stessa: l’idea di far mangiare le stesse cose, di pessima qualità, a 40 milioni di persone, nemmeno i comunisti l’hanno mai avuta.