Federer XX, finalmente Wozniacki
La favola del rientro dorato di Roger Federer va avanti da 12 mesi. È un incantesimo che non accenna a spezzarsi e che ha portato al Genio svizzero altri tre Slam. Quando nel 2000 Sampras vinse il suo ultimo Wimbledon, si portò in testa nel computo dei mayor, uno in più dei 12 di Emerson. Meno di due decenni dopo, l’attuale limite è stato spostato a venti, come fosse uno di quei record dell’atletica che incutono ammirazione e timore. Nell’ultimo anno viene portata avanti la bizzarra teoria che Federer giochi meglio ora rispetto a quando era più giovane. Probabilmente a tratti è più efficace dalla parte del rovescio, tuttavia è inevitabile come la continuità espressa in campo, la mobilità, l’incisività del dritto, non possano essere quelli dei giorni migliori. I problemi di Djokovic lo hanno agevolato, lui ci ha messo la classe, quella capacità innata di tirar fuori dal suo repertorio infinito la soluzione più efficace. Questo Australian Open non ha avuto lo stesso epico svolgimento del precedente. Fino alla finale non ha perduto set, si è trovato in difficoltà solo nel primo parziale con Berdych, ha profittato in semifinale dei problemi di vesciche della rivelazione Chung, soggiogato di fronte a cotanto avversario.
Ieri ha trovato in finale lo stesso giocatore di Wimbledon, ma stavolta Cilic vi era giunto in salute, guadagnando l’accesso grazie al successo in quarti con Nadal, una partita piacevole per quasi quattro parziali, prima dell’infortuno e ritiro del maiorchino a inizio quinto. Rafa ha messo sotto accusa il cemento, autentico killer per le articolazioni dei tennisti. I tanti incidenti dei big da un paio di anni a questa parte stanno facendo discutere anche se è chiaro come sia l’allungamento delle carriere la prima causa di quanto sta avvenendo.
LA PARTITA
In finale Cilic ha un approccio disastroso, doppio break incassato e 2-6. Nel secondo si difende in un lungo terzo game, salva con un ace di seconda una palla break sul 4-4, si procura e manca set point. Nel tie break lo svizzero va avanti di un minibreak, ma poi subisce le risposte di dritto del croato, che ribalta la situazione e chiude 7-5. Federer è sostenuto dal servizio, mentre il rovescio inizia a tradire Cilic. Un solo break nel sesto gioco ottenuto con un gran dritto è sufficiente a portare lo svizzero avanti. A inizio quarto l’epilogo sembra vicino, 2-0 Roger, palla per il doppio break. Marin si salva, la battuta abbandona Federer all’improvviso, il dritto di Cilic dilaga e il 3-1 diventa 3-6 col break decisivo nell’ottavo gioco, ancora grazie a un vincente dal lato destro.
La fatica, i sette anni di più, l’inerzia sfavorevole a ricordare quella simile con Del Potro a NY 2009, tutto sembrava andare contro lo svizzero e quando nel primo game del quinto set Cilic si procura palla break, pare essere l’epilogo. Come dodici mesi fa con Nadal invece, Federer si ribella all’inevitabile e risale, torna veloce, incisivo col servizio, efficace col dritto, accorcia gli scambi e attacca. Annulla palla break, raccoglie gli errori del croato proprio con l’amato dritto, torna in testa e resiste ai vantaggi salendo 3-0. La prima di servizio ha ripreso a essere un fattore, Cilic si è sciolto sul più bello e come nel primo set concede ancora per un epilogo senza storia: 6-1. In premiazione, Federer si commuove, forse nemmeno lui riesce a credere alle imprese che sta compiendo a una età nella quale gli altri totem erano in pensione da un pezzo.
FINALMENTE WOZNIACKI
Wozniacki è stata n1 da giovane, ma tutti la definivano una regina senza corona. Ha attraversato una lunga fase di oblio e poi lo scorso anno è tornata ad alti livelli, ha vinto il Masters mostrando un gioco più vario. Qui a Melbourne non ha espresso il tennis di Singapore ma ha saputo salvarsi dall’1-5 al terzo con la Fett e pian piano è cresciuta. Ha trovato in finale Halep, sua erede malgrado il solo anno di differenza. Una finale fra la 1 e la 2 non dovrebbe costituire sorpresa ma quando ad affrontarsi sono due ragazze a 0 Slam malgrado costante presenza ai massimi livelli, vi è aria di avvenimento. Halep si era a sua volta salvata 15-13 al terzo con la Davis e poi era uscita vittoriosa 9-7 alla distanza in una splendida sfida con Kerber in semifinale, migliore match del torneo.
La finale è stata appassionante. Caro è partita meglio, ha servito sul 5-3, si è fatta raggiungere, ha dominato il tie break. Il caldo si è fatto sentire, Halep ha avuto calo di pressione e chiesto MTO. Alla ripresa ha allungato con il dritto, resistito al ritorno della danese e chiuso 6-3. Ragazze stanche e debilitate, il terzo set è diventato una guerra di nervi, alla costante ricerca delle ultime briciole di energia. Il servizio ha smesso di essere un fattore, game lunghi, scambi infiniti nei quali nessuna riusciva più a marcare la differenza. Wozniacki è salita 3-1 ma ha subito il ritorno di Halep che, infilando tre giochi di fila, ha messo per la prima volta la testa avanti. Sospese fra sogno dell’apoteosi di una carriera e l’ennesimo incubo Slam le due ragazze hanno ripreso a fronteggiarsi dopo altro MTO, stavolta della danese. Sul 5-4 in suo favore 30-30, quasi tre ore di battaglia, Wozniacki ha mostrato le capacità di corsa e recupero che l’hanno resa famosa e il dritto l’ha portata a match point. Altra rimonta, veloce negli spostamenti come fosse il primo minuto e Halep ha messo in rete il dritto, 6-4. Caroline torna numero uno, ma ora è una regina con tanto di corona Slam.
Quanto ad Halep ennesima delusione. Vedremo se il suo Roland Garros sarà il teatro giusto per rompere il tabù. Purtroppo il torneo durissimo, con tre maratone e il caldo soffocante l’hanno costretta ieri a un ricovero di alcune ore per disidratazione. Cilic si è lamentato dopo la finale maschile perché hanno chiuso il tetto ma la vera assurdità è stato tenerlo aperto sabato, scelta che ha condizionato lo svolgimento della finale femminile causando anche conseguenze sulla salute delle due ragazze. Speriamo che certi errori non vengano ripetuti.
Peccato per Elisabetta Cocciaretto, che nella semifinale del torneo junior è stata eliminata malgrado due match point a favore dalla taiwanese Liang, poi vincitrice del torneo. Se questo sarà per lei un punto di partenza di una bella carriera, nuove rose potranno fiorire nel disastrato giardino dell’attuale tennis femminile italiano.
Twitter: @MicheleSarno76