Don Euro. Rinviato a giudizio il prete ostriche e champagne
Don Euro rinviato a giudizio per reati che vanno dalla truffa all’estorsione. Con lui dovrà rispondere di fronte ai magistrati anche il Vescovo,Monsignor Santucci, ma per altri reati di minore gravità. Don Euro, chiamato così dai suoi stessi parrocchiani per via delle sue continue e pressanti richieste di denaro, era diventato celebre per un servizio della trasmissione “Le iene” nella quale venne mostrato che il prelato conduceva una vita molto poco ecclesiastica tra ostriche, champagne e gigolò. Ed è stato proprio un gigolò a metterlo nei guai. Monsignor Santucci dovrà invece spiegare per quale ragione, a seguito di varie denunce, oltre a non aver punito il vorace prete gli abbia regalato dei soldi della curia e perché ha provato ad aiutarlo a truffare l’assicurazione ed ottenere una classe d’invalidità più alta. Don Euro, il cui vero nome è Luca Morini, è stato di Avenza, Fossone e Caniparola. Ed i suoi ex-fedeli di tutte e tre le parrocchie hanno confermato ai magistrati il comportamento del prelato. Ma andiamo con ordine. Ovunque è stato Don Euro si è immediatamente distinto per le sue continue richieste di denaro,sempre più consistenti e sempre più pressanti. Potevano essere soldi necessari per ristrutturare la chiesa o per aiutare famiglie in difficoltà. Salvo che poi nessun ha mai conosciuto queste famiglie e nessuno ha mai visto questi lavori. Ma vedevano invece che per qualche giorno alla settimana Don Euro spariva. Purtroppo il suo lavoro lo portava ad avere i week end impegnati, ma durante la settimana trovava sempre il modo di fare un salto a Roma o in altre città, affittare una stanza in hotel lussuosi, pasteggiare ad ostriche e champagne, fare shopping in boutique di lusso e godersi la compagnia di qualche giovane ed aitante gigolò.
Quello che Don Euro faceva nella sua vita privata sarebbero affari suoi se non fosse che questo tenore di vita, per un prete, è un po’ sospetto. I fedeli comunicavano al vescovo le stravaganze del prelato ma, come spesso avviene nelle cose vaticane, oltre a vaghi inviti a pregare per la pecorella che si stava smarrendo ed ad un paio di trasferimenti, le denunce non hanno avuto seguito. Fino a che un gigolò, che lo credeva un magistrato, ha scoperto che era prete e, a suo dire, scandalizzato dal fatto che conducesse quella vita coi soldi dei parrocchiani, ha denunciato sempre alle autorità ecclesiastiche. Che come al solito non hanno fatto niente. Quindi, per creare finalmente la visibilità per denunciare pubblicamente la condotta immorale del prete, ha nascosto delle telecamere, filmato gli incontri ed inviato tutto a “Le iene” che hanno pubblicato il video ed anche intervistato Don Euro che ha inizialmente negato di essere lui stesso, poi di essere prete e poi ha mento dicendo che si era un prete, che era una pecorella smarrita ma che i soldi era suoi frutto di un’eredità. Ma ora tutti lo avevano visto in tv, compresi gli ex parrocchiani, ed a quel punto è stata una pioggia di denunce di comportamenti folli,non solo per un prete, e del solito vergognoso muro di gomma delle autorità vaticane. La procura ha cominciato ad indagare, ha piazzato dei microfoni ed ha scoperto che il prete chiedeva soldi perfino in confessione. Troppo facile cavarsela con qualche Ave Maria, per essere assolti da Don Euro occorrevano 400 euro, questo hanno ascoltato gli sbigottiti inquirenti che hanno seguito il caso. E che dire dell’estorsione fatta addirittura alle Suore di Casa Faci anche loro costrette a sborsare le solite 400 per non veder cancellata la messa in suffragio delle loro sorelle defunte. Ma i festini con gigolò e champagne indubbiamente costavano. C’è anche un terzo indagato. Un ex prete avrebbe aiutato Don Euro a riciclare il denaro che otteneva dai parrocchiani mettendolo suo proprio conto per confondere le acque. Ed a forza di 400 euro e di spese folli Don Euro aveva accumulato una bella fortuna, oltre 700 mila euro che gli sono stati sequestrati dai magistrati, più oro, gioielli e monili vari. Alla fine perfino la curia lo aveva messo a riposo ma gli aveva concesso di vivere, gratis, presso una delle loro strutture. Ora saranno i giudici a stabilire l’eventuale pena per un prete talmente immorale da scandalizzare il gigolò che aveva affittato.
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