Fact checking: Sacchetti bio, tutta la verità, tra Renzi e le fake news

TUTTA LA VERITÀ SUI SACCHETTI BIO – Dal 1° gennaio 2018, in Italia, è entrata ufficialmente in vigore la legge 123/2017, il cosiddetto decreto Mezzogiorno approvato lo scorso agosto, che decreta un’importante novità per quanto riguarda i sacchetti bio. Ecco il nostro fact checking che si pone lo scopo di fare un po’ di chiarezza sulle notizie che stanno circolando in questi giorni riguardo a questa notizia.

I SACCHETTI BIO DIVENTANO A PAGAMENTO – VERO: Le bustine di plastica trasparenti inferiori ai 15 micron che si usano per imbustare carne, pesce, verdure, (ma anche i farmaci nelle farmacie) diventano a pagamento. Il costo di ogni sacchetto è stato calcolato tra gli 1 e i 3 centesimi di euro per ogni sacchetto. Le bustine superiori ai 50 micron invece, erano già da tempo divenute a pagamento e il costo viene correntemente inserito nello scontrino della spesa.

I SACCHETTI BIO PRIMA ERANO DEL TUTTO GRATIS – FALSO: Nei costi finali dei prodotti che abbiamo acquistato fino al primo gennaio, erano compresi anche i costi di gestione e imballaggio della merce e dunque il costo dei sacchetti bio era “spalmato” sul costo finale dei singoli prodotti. Ora, in linea di principio, dovrebbero essere le catene di distribuzione più oneste ad eliminare quel fattore di costo dal prezzo finale dei prodotti che compriamo, di fatto facendoci rientrare della spesa.

CI HA OBBLIGATO L’EUROPA A IMPORRE QUESTO PAGAMENTO – FALSO: Il governo, su delega del parlamento, ha voluto probabilmente uniformare la normativa dei 15 micron a quella dei 50, anticipando l’UE stessa. Attualmente non esiste alcuna normativa Europea legata ai sacchetti da 15 micron utilizzata nei cosidetti secondi imballaggi, ma unicamente una normativa relativa alle buste più spesse che nel nostro paese sono state messe al bando dal 2012. L’Italia diventa quindi l’unico paese europeo (assieme alla Francia) nel quale questa norma viene applicata in questo modo. L’Irlanda, ad esempio, ha deciso di procedere in sede di tassazione, evidando di farla ricadere sui consumatori.

SARÀ UN SALASSO PER LE FAMIGLIE – FALSO: Secondo l’osservatorio di Assobioplastiche il costo annuale per famiglia sarà compreso tra 4,17 e i 12,51 euro. Questa stima viene effettuata prendendo in considerazione i circa 10 miliardi di secondi imballi usati ogni anno, con un consumo medio di 150 sacchi a cittadino. Considerato che le famiglie fanno mediamente 139 spese l’anno nella grande distribuzione e considerata una media di 3 sacchetti minori per ogni spesa, il totale è di 417 sacchetti che, moltiplicato per una cifra compresa tra 0,01 e 0,03 euro, ci porta alla stima iniziale.

CI SARANNO PESANTI SANZIONI PER CHI NON SI ADEGUERÀ ALLA LEGGE – VERO: Le multe, per gli esercizi commerciali che non applicheranno la nuova normativa andranno dai 2.500 ai 25.000 euro che potranno diventare 100.000 per ingenti quantitativi di sacchetti. la circolare del Ministero dello sviluppo economico del 7 dicembre 2017 ammette la possibilità di usare borse riutilizzabili, anche se rimanda per il benestare definitivo a un parere del Ministero della salute che dovrebbe valutare gli aspetti igienici e quelli sanitari. Ad oggi, il ministero competente ha fatto sapere che, per motivi igienici, i sacchetti non potranno essere portati da casa o riutilizzati.

CON QUESTA LEGGE RENZI FAVORIBBE UN PARENTE CHE PRODUCE I SACCHETTI BIO – FALSO: Questa è una grottesca fake news che sta girando in queste ultime ore sui social. Una foto dello stesso Renzi, con i capelli allungati e la scritta: “questa è Bernarda Renzi, presidente di una azienda che produce sacchetti di plastica”. Lo stesso Renzi ha ironizzato sulla cosa commentando così: “Ebbene sì. Voi non immaginate quanto sia diabolica la nostra mente: prepariamo complotti tutti i giorni, anche tra San Silvestro e Capodanno”.

IL CAPO DI UNA DELLE AZIENDE LEADER NELLA PRODUZIONE DI SACCHETTI BIO È VICINA AL PD – VERO: L’azienda piemontese Novamont è una delle aziende leader nella produzione di sacchetti bio. Questa azienda è guidata da Catia Bastioli, che nel 2011 partecipò alla Leopolda renziana e nel 2014 venne nominata presidente di Terna. Sicuramente questa norma aumenterà il fatturato di questa e delle altre aziende che producono questo tipo di imballaggi.

LA NOVAMONT È MONOPOLISTA NEL CAMPO DEI SACCHETTI BIO – FALSO: La Novamont è una delle 150 aziende che producono sacchetti bio in Italia. Secondo quanto dichiarato a Repubblica da Stefano Ciafani, direttore di Legambiente: “Quella del monopolio è un’accusa senza fondamento, le bioplastiche le fanno le maggiori aziende al mondo e anche la difficoltà di approvigionamento è pretestuosa”. Lo stesso Renzi ha dichiarato: “Anziché gridare al complotto dovremmo aiutare a creare nuove aziende nel settore della Green Economy senza lasciare il futuro nelle mani dei nostri concorrenti internazionali. In Italia ci sono circa 150 aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio. Hanno quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato“.

UN SACCHETTO DURA POCHI MINUTI – VERO: le stime dicono che il tempo di vita medio di un sacchetto di plastica bio è di circa 12 minuti. Una vita tanto breve quanto onerosa.

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Twitter: @Mauro.Zini14