Top 11 Serie A: Strakosha, Barak e altri 9

TOP UNDICI SERIE A – Naturalmente non ce ne sono solo undici e per questo ho scelto un criterio. Non troverete, dunque, le certezze, ma le sorprese. Da chi è alla prima stagione in Serie A e ha incantato, o da chi, non proprio nuovo, ha migliorato il suo rendimento. E la scelta verrà fatta mettendo un’ipotetica formazione tipo con il 3-4-3: modulo che si addice a questa tipologia di gioco, perché di questo si tratta, ma che ci permette anche di approfondire alcuni giocatori dal punto di vista tecnico. Sicuramente non sarete d’accordo in toto, avreste fatto scelte diverse (spero non tutte), ma appunto si tratta di una Top Undici Serie A soggettiva.

TOP UNDICI SERIE A: 3-4-3

PORTIERE

top 11 serie a
Thomas Strakosha, la rivelazione tra i pali

Strakosha

Non me ne vogliano i romanisti. La scelta del portiere per la Top Undici Serie A è stata ardua tra Alisson e il biancoceleste: ha vinto il secondo… di poco. Di tre anni più giovane, il portiere albanese ha spazzato via ogni dubbio sin dall’inizio. Almeno per mister Inzaghi è stato così. Thomas ha dimostrato, oltre ad avere una tecnica individuale riscontrabile raramente in un portiere così giovane, una maturità tra i pali unica. Una maturità che ha manifestato con la sicurezza e la costanza, due qualità che gli hanno permesso non solo di prendersi il posto da titolare, ma di mantenerlo e consolidarlo. Se degli errori sono arrivati, davvero pochi, Thomas ha saputo gestire quei momenti come un portiere ormai navigato, sicuramente comportandosi come uno che di esperienza alle spalle ne ha avuta. In una parola precoce e se non ci fosse quel fenomeno di Donnarumma forse si parlerebbe molto più di lui. Reattività, senso della posizione, ma soprattutto calma… come quella dimostrata, per fare un esempio, a Torino contro la Juventus nel finale parando il rigore a Dybala.

DIFENSORI

Skriniar

Era una scommessa. E ora possiamo dirlo ad alta voce: vinta a mani basse e non poteva non fare parte di questa Top Undici Serie A. Il centrale giovanissimo ex blucerchiato ha indossato la divisa nerazzurra, è sceso in campo, quello di San Siro, e sembra non aver avvertito né pressione né soggezione, anzi tutt’altro. Lo slovacco ha dimostrato quella giusta dose di spavalderia che proveniva, a tutti gli effetti, dalla sicurezza nei propri mezzi. Nessuno o in pochi si aspettavano un impatto del genere alla Scala del calcio. E, invece, Milan ha sorpreso: si è piazzato a fianco di Miranda ed è diventato il perno imprescindibile della difesa nerazzurra (Spalletti non ne fa mai a meno). Partita dopo partita è cresciuto alzando di livello le sue prestazioni diventando uno dei migliori marcatori (non nel senso di goleador) del nostro campionato e non disdegnando la via del gol: all’attivo già 3 reti. Volete un esempio? Andatevi a riguardare la marcatura su Mertens. Lì vi accorgerete della grandissima forza fisica ma soprattutto mentale di Skriniar in grado, nonostante l’attaccante belga abbia caratteristiche che avrebbero dovuto metterlo in difficoltà, piccolo, veloce, tecnico e rapido, di annullare Mertens in tutto e per tutto.

Marusic

Colpo da levarsi il cappello quello della dirigenza biancoceleste. Arrivato dall’Ostenda non più giovanissimo, Marusic sembrava un giocatore che avrebbe riempito la rosa, da turnover insomma. Ebbene mister Inzaghi ci ha visto qualcosa in più. Nel suo impianto di squadra ha inserito Adam sfruttando le sue caratteristiche: fisico e corsa abbinate da una buona tecnica. Il classico esterno a tutto campo che fa su e giù e non si stanca mai: un giovane Lichtsteiner per intenderci. E il montenegrino ha ripagato la fiducia del mister offrendo prestazioni sempre al di sopra della sufficienza dimostrando una rapida adattabilità al nostro campionato.

Kolarov

Abbiamo parlato di un giovanissimo, di un giovane e finiamo con un anziano… se così possiamo dire. Perché Kolarov ha sorpreso parecchi. Che era forte si sapeva, ma gli ultimi due anni al City avevano fatto credere che fosse alla frutta. Un giocatore ormai a fine carriera che il meglio l’aveva già dato. E invece no. Di energia ne aveva ancora. L’ormai brizzolato Alexander, classe ’85, si è preso con personalità la fascia sinistra e non l’ha più mollata. Ha conquistato l’ambiente, i compagni, il mister e i tifosi. È diventato addirittura una delle armi in più di Di Francesco: più di un semplice terzino. Il serbo ha ritrovato e affinato l’intesa con l’ex compagno al City Edin Dzeko e ha dato il suo contributo anche in fase realizzativa risultando decisivo più di una volta. In una parola leader silenzioso.

CENTROCAMPISTI

Torreira

Uruguaiano, classe ’96, piccolo ma con la proverbiale “garra” sudamericana che gli ha permesso. Lucas Torreira deve dire grazie a Giampaolo. L’anno scorso gli è servito come accumulo di esperienza. Quest’anno è cresciuto. Tanta quantità e disciplina tattica a cui si è aggiunta una giusta dose di intraprendenza. Giampaolo gli ha dato le chiavi del centrocampo blucerchiato e Lucas non lo ha deluso. Un mediano moderno non solo di rottura, ma che all’occorrenza imposta, che si occupa dei calci piazzati e che trova qualche volta la via del gol (finora 3 reti). Assieme a Praet e Barreto (o Linetty) forma una delle linee mediane più interessanti del campionato italiano. E ricordiamo che il piccolo Lucas ha appena superato i vent’anni.

Cristante

Precocissimo aveva debuttato in Serie A nel 2013 a 18 anni vestendo la maglia del Milan. Poi, onestamente, fra prestiti vari si era un po’ perso. Fino ad oggi. Fino al suo arrivo alla corte di Gasperini. Da gennaio 2017 veste i colori nerazzurri della Dea e in questi neanche 12 mesi ha trovato quello che gli era sempre mancato: continuità e fiducia. Nell’ambiente giusto ha trovato la sua dimensione e ha giustificato il suo precoce esordio in Serie A. Numeri alla mano, in questa stagione, è uno dei migliori centrocampisti del campionato: 16 presenze, 6 reti… una in meno di Ilicic, capocannoniere della squadra. Senza contare l’apporto decisivo che ha dato in Europa League con 3 reti in 6 presenze. Gasperini l’ha inserito nel suo sistema esaltando la sua caratteristica principale da mezz’ala: l’inserimento. E i risultati per ora sono sotto gli occhi di tutti.

Barak

L’Udinese si è abbonata agli Under 21 della Repubblica Ceca. Se l’anno scorso è esploso Jankto, poi certezza di questa stagione, quest’anno sta brillando la stella di Antonin Barak. Sia con Delneri che con Oddo, Barak ha dimostrato di meritarsi il posto da titolare dando prova di una tecnica individuale sopra alla media. I numeri lo confermano: 15 presenze, 6 reti. Ma oltre alla tecnica, altre qualità lo rendono meritevole di essere inserito in una Top Undici Serie A: duttilità tattica e intelligenza calcistica. Infatti il suo raggio d’azione spazia dalla mezz’ala classica al trequartista sempre al centro della manovra e dovendosi districare quasi sempre da marcature strette, svolgendo contemporaneamente compiti di copertura e pressing quando si trova in fase di non possesso.

Luis Alberto

Ancora Lazio. Sì, perché se dobbiamo anche scegliere un allenatore per questa Top Undici Serie A, la scelta potrebbe ricadere soltanto su Simone Inzaghi. Dopo Strakosha e Marusic, un’altra piacevole scoperta è stata Luis Alberto. Oggetto del mistero fino a quest’estate, poi, complice l’infortunio di Felipe Anderson, Inzaghi decide di buttarlo nella mischia. Ebbene, lo spagnolo Luis, sicuramente coperto da Milinkovic-Savic e Parolo, mette sul campo tutta la sua cifra tecnica e incanta, fin da subito, i tifosi biancocelesti. Trequartista puro agisce alle spalle di Immobile servendo assist, ma soprattutto favorendo gli inserimenti di Milinkovic-Savic. Per non parlare del contributo realizzativo: 5 gol all’attivo.

ATTACCANTI

Ilicic

L’avevamo accennato prima. Ilicic è il miglior marcatore della Dea. Chi l’avrebbe detto a inizio stagione? Che era forte sì, ma la continuità di rendimento non era il suo forte. Ebbene, nel sistema Gasp, lo sloveno, tutto genio e sregolatezza, ha trovato la sua posizione agendo dietro Petagna e a fianco di Gomez e sfruttando i movimenti delle mezze ali. In questo meccanismo Josip ha cominciato a segnare con regolarità e a offrire prestazioni sempre di alto livello, quasi da oscurare la stella del posto, il Papu. Considerando che puro attaccante non lo è, ma si avvicina di più a un trequartista, i suoi numeri cominciano a essere interessanti. Tutto sta nel vedere se riuscirà a mantenere questa costanza, cosa che in carriera difficilmente gli è riuscito, ma chissà che l’aria di Bergamo, sotto la guida saggia di Gasperini, abbia questo potere.

Verdi

Ha avuto un momento di appannamento, ma nel complesso Simone Verdi ha forse raggiunto un livello di maturità calcistica che gli consente di fare un salto di qualità e di entrare in questa Top Undici Serie A. Non proprio vero attaccante, ma più seconda punta con compiti da trequartista si è preso le responsabilità di ricoprire il ruolo di trascinatore del Bologna. Per qualunque cosa, ci si affida a lui, alla sua tecnica. E finora non ha disatteso la promessa. Con la 9 sulle spalle è già a quota 6 reti, lo stesso numero di gol con cui aveva chiuso la scorsa stagione… solo con il doppio delle partite giocate. Insomma ha raddoppiato le sue statistiche. Un dato che conferma come la sua presenza in campo sia molto più concreta e sia cresciuta esponenzialmente rispetto alla stagione passata.

Cutrone

Non poteva mancare in questa Top Undici Serie A. Patrick Cutrone è una delle più belle rivelazioni del campionato. Non solo perché è un giovanissimo italiano, ma perché è riuscito a emergere, a farsi notare nella squadra che più aveva speso soldi nel mercato estivo, soprattutto nel reparto offensivo. Lui, Patrick, proveniente dalla primavera rossonera, dunque costato 0, ha dimostrato di valere quanto gli altri e di essere pronto. Cuore, grinta, volontà e una tecnica ancora da affinare. Ma il temperamento c’è e se vogliamo anche la personalità c’è… perché fare un gol allo scadere può capitare, ma farlo più volte significa che c’è dell’altro. Significa che l’ha cercato, che non molla mai, che ha più “fame” degli altri. Classe ’98 e per questo ancora tutto da vedere, tutto da scoprire. Ma sicuramente quello che ha fatto intravedere è promettente. Decidere un derby ai supplementari a San Siro a 19 anni non è da tutti.

Twitter: @Francesco Nespoli

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