Spelacchio è morto
Spelacchio è morto. Alla fine l’amministrazione comunale di Roma Capitale ha dovuto arrendersi e ammettere l’evidenza dei fatti. L’albero di natale che ogni anno viene posizionato in Piazza Venezia come da tradizione, quest’anno si è tragicamente seccato in maniera prematura. Era finito nel mirino dei social, Spelacchio, preso in giro da tutta Italia e soprattutto messo in mezzo a una vera e propria querelle politica.
Il soprannome attribuitogli è essenzialmente dovuto al suo aspetto non propriamente rigoglioso, a causa di un fogliamo piuttosto scarno. Il comune di Roma ha fatto recentemente sapere che l’abete rosso proveniente dalla Val di Fiemme si è seccato prematuramente, avviando quindi un’indagine sulle cause del fenomeno. Dal Trentino fanno sapere che «quando è partito da qui era in ottima salute, era perfetto. Gli alberi di Natale vengono selezionati secondo stringenti criteri estetici. Noi non puntiamo il dito contro nessuno ma qualcosa a quell’albero è successo. È evidente. Ha subito uno stress troppo grande. In genere in quelle condizioni, come è sempre successo, un abete rosso resiste tranquillamente un mese, un mese e mezzo».
Va comunque ricordato che tutti gli alberi di natale vengono privati delle radici a causa del costo troppo ingente che comporterebbe il mantenimento delle stesse. In città c’è chi sospetta di un avvelenamento e la cosa non fa che rimpinguare le polemiche circa la professionalità e competenza dell’amministrazione a cinque stelle. A fronte dei 48000 euro spesi per Spelacchio, quest’ultima fa sapere di essere pronta a non tirare fuori neanche un centesimo. La fondazione che cura il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale fa intanto sapere che «la pianta era ricca di rami e aghi ed il proprietario l’aveva scelta per la sua bellezza, come per anni l’ha già fatto per piazza Venezia di Roma. Oltre ad una possibile rovina dovuta al trasporto forse incauto, è probabile che la pianta fosse stressata per la siccità che da 12 mesi ha colpito tutta l’Italia con piovosità ridotta al 50%».
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