Poveri ma ricchissimi: il primo film senza regia? [VIDEO]
Ci chiedevamo se Poveri ma ricchissimi, sequel del fortunatissimo Poveri ma ricchi fosse il primo film nella storia del cinema a non avere un regista, considerato lo scandalo in cui è stato coinvolto Fausto Brizzi, il cui nome in effetti è assente nei manifesti e nel trailer. Poi però sorpresa, nei titoli di coda: regia e sceneggiatura Fausto Brizzi.
Protagonista è sempre la famiglia Tucci, che torna a essere ricca e che stavolta decide di entrare in politica. Viene infatti indetto un referendum con cui il paesino di Torresecca esce dall’Italia e si dichiara Principato indipendente a conduzione familiare: i Tucci comprano un enorme castello, che diventa la residenza della nuova famiglia regnante. Nel principato il Donald Trump di Torresecca, Danilo Tucci (Christian De Sica), opportunamente consigliato dalla moglie Loredana (Lucia Ocone), dai figli, dalla suocera (Anna Mazzamauro) e dal cognato Marcello (Enrico Brignano), abolisce vecchie leggi e ne approva delle nuove realizzando tutti quelli che sarebbero i sogni degli italiani: la lira torna a essere la banconota di Stato, non ci sono più tasse, gli abitanti sono autorizzati a picchiare liberamente gli ausiliari del traffico… Da qui lo scontro con il Presidente del Consiglio italiano (Dario Cassini), che tenta in ogni modo di recuperare il consenso perduto a causa della politica di Tucci. Intanto non mancano gli scandali: Danilo scopre di avere una figlia, Loredana incontra un affascinante scrittore (Massimo Ciavarro) e Marcello è impegnato a pedinare il suocero appena uscito dal carcere (Paolo Rossi). Ma alla fine di tutto questo i Tucci torneranno poveri?
Questo lo scoprirete solo al cinema, dove Poveri ma ricchissimi vi aspetta dal 14 dicembre. Intanto qualche considerazione: la coppia Brignano-De Sica si riconferma vincente, così come tutta la verace famiglia Tucci (la Mazzamauro è strepitosa, come sempre). Tuttavia, mentre in Poveri ma ricchi (che era comunque un remake del film francese Les tuche) le situazioni sembravano meno improbabili e più realistiche, qui sembra invece un po’ tutto esasperato, soprattutto nel finale: emblematica la parodia dei film “50 sfumature di grigio” e “Maleficent”. D’altronde esagerare è il marchio di fabbrica del cinepanettone, che non ha altro compito che divertire: Poveri ma ricchissimi (pur essendo altra cosa da Natale da chef) ha perfettamente colto nel segno.
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