Spelacchio, l’albero di Natale di Roma scatena l’ironia social
Spelacchio lo hanno chiamato. L’albero di Natale di Piazza Venezia, già lo scorso anno al centro di polemiche per la sua bruttezza, non è piaciuto ai cittadini romani ed alla rete in generale, a causa del suo aspetto dimesso e delle decorazioni poco affascinanti. Quindi è stato chiamato Spelacchio. Poi si sa com’è la rete, basta un niente ed un contenuto diventa virale. Probabilmente il nome “spelacchio” ha fatto simpatia agli internauti ed in un baleno hanno tutti cominciato a chiamarlo così. Inizialmente per deriderlo poi, come se fosse una persona in carne ed ossa, c’è chi ha cominciato a difenderlo. Non a difenderne l’estetica, che è francamente indifendibile, ma a difendere lui, l’albero, incolpevole protagonista di una guerra tra la Sindaca di Roma Raggi ed i suoi sostenitori da una parte, ed i suoi detrattori dall’altra. Spelacchio, che è stato donato dal Comune di Pinzolo-Madonna di Campiglio alla città di Roma, viene messo poi impietosamente a confronto con alberi molto più belli come quello di Milano in Piazza Duomo, con quelli bellissimi di Parigi e delle altre capitali europee, ma anche con altri apparsi a Roma e decisamente più belli come quello di fronte alla Basilica di San Pietro, quindi tecnicamente all’estero visto che si trova su suolo pontificio, e quello, imponente e maestoso, che accoglie i viaggiatori in transito alla Stazione Termini. Spelacchio invece è lì, nel bel mezzo di Piazza Venezia, esposto al pubblico ludibrio e sbeffeggiato dai social. C’è chi lo paragona ad uno scovolino, di quelli che si usano per pulire le bottiglie, perché il problema, evidente, del povero Spelacchio è che ha pochi rami e quindi il suo aspetto è indubbiamente dimesso. La paternità del nome Spelacchio sembra vada alla pagina satirica Arsenale K “Spelacchio, l’albero di Natale di piazza Venezia è così anomino che il milite ignoto al confronto è una celebrità” scrivono nel loro profilo Twitter.
Ed è proprio su Twitter che il povero Spelacchio viene sbeffeggiato maggiormente. La pagina dal nome “Piamola a ride” lo difende dagli attacchi della rete che puzzano di bullismo “Vorrei esprimere la mia solidarietà a #Spelacchio per i vili attacchi che sta subendo in questi giorni. Nessuno si deve permettere di giudicare un albero dalla sua altezza, dai suoi rami o dal colore delle sue foglie!” e lancia l’hashtag #SiamoTuttiSpelacchio, già ripreso anche nella celebre versione francese #JeSuisSpelacchio. C’è chi ipotizza che in fondo Spelacchio avrebbe trovato più dignitosa come fine quella del finire a bruciare in un camino piuttosto che essere li a farsi ridere in faccia da tutti. E c’è poi chi addirittura ci vede un complotto ordito dai cattivi settentrionali che hanno voluto mandare il loro albero più brutto per omaggiare Roma. Già lo scorso anno l’albero di Piazza Venezia non era piaciuto ai romani. Prima la Sindaca Raggi lo difese dicendo che per una volta era stato fatto tutto senza sprechi. Il problema è che era bruttissimo, sia l’albero che le decorazioni, quindi la Giunta prese atto del fatto che non fosse piaciuto e corse ai ripari aumentando le decorazioni. Quest’anno la Sindaca, per ora, non ha detto nulla al riguardo ma l’Assessora all’Ambiente invece difende Spelacchio a spada tratta: “Questo è il nostro omaggio per la città un albero addobbato a festa, con eleganza e semplicità, per regalare a romani e turisti un’atmosfera unica, nel pieno rispetto della sobrietà. Vogliamo che sia un Natale all’insegna della sostenibilità. Per questo tutte le decorazioni sono state scelte in piena sintonia con le politiche ambientali e anche l’abete è certificato FSC quindi oltre ad essere molto bello è anche conforme ai più rigorosi standard ambientali e addobbato con semplicità e raffinatezza”. Forse i romani non sono d’accordo sulla raffinatezza del povero Spelacchio ma oramai ci sono quasi affezionati e c’è chi va a farsi fotografare di fronte ad esso. In fondo a Spelacchio oramai i romani vogliono anche un po’ di bene.
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