Brignoli, l’eroe (per caso) della domenica calcistica
Brignoli è l’eroe della giornata, Brignoli è entrato nella storia, Brignoli… ma in quanti sapevamo chi fosse Brignoli prima di ieri alle 14:20? Pochissimi. La maggior parte lo è andato a cercare su wikipedia, scoprendo cose interessanti e che cioè di gavetta ne ha fatta tanta e che il suo cartellino è addirittura di proprietà della Juventus. Ma andiamo con ordine. Chi è Brignoli e perché oggi è il personaggio calcistico del momento? Perché ieri ha segnato all’ultimo minuto il goal che permette al Benevento, del quale ci siamo recentemente occupati, di interrompere i suoi record negativi. Ha
permesso al Benevento, al quindicesimo tentativo, di interrompere quel record negativo di tutti i tempi e di tutti i campionati europei, che ha di recente conquistato. Una città intera in festa, il mondo del calcio in generale, quella parte del calcio che ama le storie particolari, i campi con le buche e le righe storte, quel calcio fatto di giocatori che non sono Cristiano Ronaldo ma che sono onesti operai prestati al pallone, e spesso neppure troppo onesti. Il calcio di provincia, il calcio dalle ginocchia con le croste, il calcio lontano dai fasti della Champions. Il calcio al quale appartiene il Benevento che ieri ha conquistato il suo primo punto in serie A contro il Milan. Sì, la prima squadra a dare un punto ai campani è proprio quella che l’estate scorsa ha speso 220 milioni di euro. Quella che si candidava a un ruolo di protagonista e che ora si ritrova in classifica con gli stessi punti del Bologna, uno in più del Chievo e ben 18 punti in meno della capolista Inter.
Una storia che sembra un film, una trama perfetta nella quale Brignoli diventa eroe per caso. Il Milan ha cambiato in settimana l’allenatore passando da Montella a Gattuso. Questo doveva essere l’anno della rinascita per i rossoneri. Campagna acquisti faraonica, un trofeo conquistato la stagione scorsa che era sembrato il primo del nuovo corso, i soldi dei cinesi, Bonucci! Poi alla prova dei fatti la stagione è, finora, un disastro. Bonucci gioca malissimo, il gioco langue, Kalinic segna poco, sembra che i cinesi non siano poi così ricchi, gli acquisti che erano sembrati di prim’ordine poi alla prova dei fatti si stanno rivelando inferiori alle attese e la dirigenza, prima accusata del pessimo inizio di campionato, ha deciso di correre ai ripari e ha cambiato l’allenatore affidando la squadra a Gattuso, uomo di provata fede milanista che doveva dare perlomeno una scossa all’ambiente grazie al suo proverbiale carattere. E la dirigenza ha deciso di cambiare allenatore prima della partita col Benevento. Che sembrava proprio l’occasione giusta. Una squadra che ha sempre perso era un banco di prova agevole per i rossoneri che avrebbero così avuto il tempo di ingranare dovendo per il momento affrontare l’impegno più semplice possibile. Ma era anche una sfida a rischio, lo è al momento per chiunque affronti il Benevento. Perché è una vittoria scontata, e le cose scontate sono pericolose. I giocatori del Benevento non sono di certo dei campioni ma non ci stanno a fare la figura dei totali incapaci. Retrocedere sì, ma con dignità. I tifosi giallorossi già fanno cori ironici sul loro certo ritorno in serie b, non hanno nemmeno la pressione dell’ambiente addosso. Hanno solo l’orgoglio.
Ieri, quando mancava un minuto alla fine del recupero, il Benevento stava perdendo. Come al solito. Ma aveva giocato bene, meglio del Milan probabilmente. Il pareggio lo meritava, forse meritava anche qualcosa in più. E invece stava sotto di un goal e stava arrivando l’ennesima sconfitta. E a quel punto, perso per perso, c’è l’ultima occasione per cambiare la storia, c’è l’ultima occasione per infrangere una volta per tutte quel record negativo. Una punizione del lato sinistro dell’area. Vanno tutti al centro in attesa del cross di Cataldi. Tutti. E quindi anche Brignoli. Il portiere nella sua divisa verde inizia a correre e attraversa tutto il campo. Il classico gesto della disperazione che si fa all’ultimo minuto quando non si ha più nulla da perdere. Lo hanno fatto anche i grandi campioni, anche Buffon, per dire. Il portiere si lancia in avanti sperando che nessuno badi a lui e che il pallone in qualche modo arrivi dalle sue parti. Non succede mai. Quasi mai. Le poche volte in cui è successo lo si ricorda. Rampulla fu il primo, segnando di testa senza neanche saltare, nessuno aveva badato a lui. Di testa segnò anche Taibi nel 2001, ma lui fece un bello stacco con torsione. Nessun altro. E sono sempre goal decisivi perché il portiere non va in attacco a rischiare figuracce e contropiedi se si sta perdendo 4 a 0. Ci va se c’è una piccola speranza. La divisa verde di Brignoli attraversa il campo. Il pubblico ama questi gesti disperati, perché è esattamente quello che farebbero loro se potessero. Si butterebbero in mezzo sperando di poter aiutare la loro squadra. Senza speranza. O quasi. Brignoli corre, il pubblico lo accompagna e lo incita, provaci tu, tanto peggio di così. Brignoli arriva al limite dell’area e Cataldi si prepara a battere la punizione, guarda al centro e vede quella strana divisa verde che lì in mezzo non c’entrerebbe nulla. Il cross parte e va proprio verso Brignoli che chiude gli occhi, salta altissimo e per colpire il pallone deve anche sporgersi in avanti, la colpisce perfettamente e la palla va nell’angolino alle spalle di Donnarumma. Brignoli, il portiere, ha segnato. Il tempo è praticamente scaduto, il Benevento ce l’ha fatta, ha conquistato il suo primo punto e lo stadio e la città di Benevento impazziscono di gioia. Brignoli corre ancora, questa volta per esultare, il viso stravolto da una maschera di gioia, corre verso la panchina, deve esultare lui, che non è abituato a farlo. I compagni impazziscono di gioia sia per il punto sia perché lo ha segnato lui, il portiere, quello che non ha mai il dovere o anche la possibilità di segnare. Lo affogano in un abbraccio che coinvolge tutti, i giocatori in campo, le riserve, i raccattapalle, i massaggiatori e chiunque si trovi nei pressi del campo, c’è una piramide umana sopra Brignoli, ma siamo certi che non avrà minimamente avvertito il peso di tutti quegli uomini sopra di lui. Brignoli è l’eroe della giornata, forse dell’intero campionato di Serie A del Benevento. Il Presidente Vigorito piange pensando a quanto sarebbe stato felice suo fratello, scomparso da qualche anno, che era il vero appassionato di calcio e che era, ironia della sorte, tifoso milanista. Davide ha battuto Golia (anche se in realtà Davide ha pareggiato d il Milan non è poi ‘sto Golia…) e lo ha fatto grazie a quello che in teoria i goal non dovrebbe mai farli ma solo evitare di subirli.
Nel dopo partita Brignoli è ricercatissimo dalle televisioni sulle quali non era mai apparso come protagonista. Sembra lui il primo a esserne stupito. Quando si è lanciato nella sua folle corsa dell’ultimo minuto probabilmente non ci credeva neanche lui, probabilmente pensava di doverlo fare, perché in quel momento era giusto farlo, ma in quei secondi in cui ha attraversato il campo non ha di sicuro pensato che sarebbe finita così. E invece oggi nella classifica marcatori Brignoli ha segnato più goal dell’attaccante milanista Andrè Silva. E l’eroe della giornata è indubbiamente lui. Alberto Brignoli da Trescore Balneario.
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