Dieci euro al mese per ventitré anni come onorario ad avvocato
Dieci euro per venti anni. Un avvocato barese ha avuto ragione del suo cliente che ha trascinato in tribunale per farsi riconoscere una parcella di 2.793 euro risalente ad una decina di anni fa. Il cliente, un imprenditore senese, che a questo punto immaginiamo sia essere un ex imprenditore, che difese, ironia della sorte, in un procedimento nel quale il cliente si doveva difendere dall’accusa di non aver pagato ai suoi dipendenti i dovuti contributi previdenziali. L’imprenditore vinse, quindi l’avvocato lo difese con successo e fece al meglio il suo lavoro. Ma comunque avrebbe dovuto onorare l’onorario a prescindere dall’esito del procedimento. Fatto sta che appurato che il suo cliente continuava a non pagare l’avvocato si rivolse al tribunale ed ebbe, ovviamente, ragione. Il tribunale dispose un decreto ingiuntivo nel 2014 ma nonostante questo il cliente ha continuato a non pagare. Col passare degli anni però l’imprenditore smise di fare impresa e divenne pensionato. Le pensioni, come ben sappiamo, in Italia non sono molto alte, anzi. L’imprenditore, dopo una vita di sacrifici, ha diritto ad una pensione di 630 euro. Pochi per poterci vivere dignitosamente ma soprattutto pochissimi per saldare i debiti. Visto che il decreto ingiuntivo del Giudice di Pace di Bari non aveva scaturito effetti l’avvocato si è quindi rivolto direttamente al Tribunale di Siena, ed ha ottenuto nuovamente ragione. Ed ha disposto il pignoramento della pensione stessa. Solo che come pensione è un po’ troppo bassa ed anche pignorarne un quinto l’avrebbe resa insufficiente per una vita dignitosa. Quindi il Tribunale stesso ha stabilito che il debito dovrà essere restituito a rate di dieci euro. Quindi, facendo due rapidi conti, per 23 anni. Indubbiamente una vittoria dal sapore amaro per l’avvocato barese che si vede garantite praticamente quattro colazioni al mese per più di vent’anni. Senza considerare quanto l’inflazione influirà sul prezzo del cappuccino da qui a 23 anni. Ma siamo perlomeno sicuro che l’ex imprenditore riuscirà ad onorare il suo impegno.
Quindi ci troviamo nella paradossale situazione di un Avvocato che non è riuscito a farsi pagare da un cliente che ha difeso dall’accusa di non pagare. E lo aveva anche difeso bene visto che il cliente aveva poi vinto la causa. Attendere un onorario in fondo non così pesante per 23 anni è un qualcosa di indubbiamente sproporzionato. E ricevere il dovuto a dieci euro al mese è come non riceverlo affatto. Oltretutto un tempo superiore ai vent’anni per questa storia è quasi ridicolo. Se vediamo il mondo di ventitre anni fa ce ne rendiamo conto. Sono infatti passati ventitre anni dal 1994, dal rigore di Baggio sbagliato contro il Brasile, il Presidente Americano Clinton discuteva del mondo col suo omologo russo Boris Eltsin, c’erano ancora gli ultimi strascichi della guerra di Jugoslavia e si si toglieva la vita Kurt Cobain. Le torri gemelle, per dire, erano ancora saldamente al suo posto e sarebbero dovuti ancora passare quasi dieci anni per vederle crollare l’11 settembre, il giorno che ha cambiato il mondo. Probabilmente l’avvocato 23 anni fa non era neanche laureato e mai avrebbe immaginato che la giustizia per lui, che alla giustizia ha dedicato i suoi studi, i suoi sforzi e la sua carriera, sarebbe stata così ingiusta. Perché non dobbiamo dimenticare che il lavoro di avvocato è comunque un lavoro, che va comunque pagato e che non tutti gli avvocati navigano nell’oro, non tutti hanno scrivanie gigantesche e studi con 5 segretarie. Non sappiamo, visto che i protagonisti della vicenda sono rimasti anonimi, se l’avvocato è uno che difende le multinazionali o sia un onesto avvocato che difendendo i suoi clienti riesce a malapena a vivere una vita dignitosa, perché ci sono anche avvocati così. Di sicuro sappiamo che essere pagati per un lavoro svolto dieci euro al mese è vergognoso. Ma così ha stabilito il Tribunale. Uno di quei Tribunali nei quali l’avvocato sicuramente credeva prima di intraprendere questa carriera. E nei quali sicuramente crederà meno dopo questa assurda vicenda.
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