Pyongyang: la guerra è vicina
“Non c’è niente di più pericoloso per la pace e la sicurezza del mondo in questo momento di ciò che sta accadendo nella penisola coreana. Il consiglio di sicurezza deve fare tutto il possibile per evitare una ulteriore escalation”: è quanto afferma Jeffrey Feltman, capo degli Affari Politici dell’Onu. Il caso Pyongyang continua ad esplodere come una bomba ad orologeria mediatica tra le emergenze da sedare a colpi di diplomazia e di “isolamenti” politici. E così anche Nikki Haley, ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, ha invitato tutti i Paesi membri a tagliare i rapporti con Pyongyang, esortando gli “addetti ai lavori” a “isolare il paese dai rapporti diplomatici, limitando la cooperazione militare, scientifica e commerciale”; a fermare, inoltre, “tutte le importazioni ed esportazioni e ad espellere i lavoratori nordcoreani” poiché “alcuni paesi continuano a finanziare il programma nucleare nordcoreano”. E, infine, ha aggiunto: “Non abbiamo mai cercato e non cerchiamo la guerra con la Corea del Nord. Quest’ultima azione avvicina il mondo alla guerra. Se scoppierà la guerra il regime nordcoreano sarà completamente distrutto”.
Intanto Donald Trump continua a far parlare di sé, anche attraverso il gossip e i soliti commenti da campione dell’antidiplomazia. Mr President definisce l’impavido dittatore coreano un “Sick puppy”, ovvero un cagnolino malato di onnipotenza; ennesimo neologismo nicciano, “conio di zecca” del presidente statunitense, dopo l’ultimo stucchevole e filosofico “little rocket man”; tanto per occultare le proprie “razzo manie” da superuomo. Ma, a quanto pare, Donald oggi ha un nuovo Trump-olino di alleanze; un patto sancito telefonicamente con il presidente cinese Xi Jinping che, a colpi di tweet, è diventato virale. Un dialogo che, anche stavolta, si è concluso con l’onnipotente amen da billionaire del fisco: “verranno applicate nuove importanti sanzioni nei confronti della Corea del Nord”. Tra armi e dio denaro i due leader continuano a parlare l’esperanto di un egocentrismo senza via di comunicazione.