Il Benevento dei record. Come te nessuno mai

Il Benevento è da tempo che inanella record. La scorsa stagione da neopromossa in serie B ha conquistato un’inimmaginabile promozione in serie A. Non era mai successo ed è stato un record per gli stregoni. L’approdo in serie A, un sogno, un qualcosa di inimmaginabile per una squadra che nemmeno era mai stata in B, anche se sul campo un’altra promozione tra i cadetti l’avevano ottenuta, ma ne parleremo più avanti. Ma in serie A, come del resto i beneventani ben sapevano, la vita non è facile. Certo i tifosi non speravano in un campionato comodo, erano consapevoli della difficoltà che li attendeva, ma perdere le prime tredici partite consecutive forse era qualcosa che non immaginavano neanche loro. Perché il Benevento è riuscita lì dove nessuno in Europa era riuscita a fare. Ha strappato, grazie all’ultima sconfitta col Sassuolo, il record del Manchester Utd che resisteva dal 1930. Il Benevento è diventata la squadra col record negativo di punti, vale a dire zero, nelle prime tredici partite di campionato. Mai nessuno era partito così tanto male. Peggior inizio di campionato per tutti i campionati d’Europa di tutti i tempi. Il doppio salto è stato forse eccessivo per i campani, che grazie alla promozione erano diventati la quarta squadra della regione ad approdare in Serie A dopo Napoli, Avellino e Salernitana. Ma la storia del Benevento è sempre stata accidentata e piena di guai. Tanto per cominciare il Benevento è stato sì fondato nel 1929 ma in realtà la società non è quella originale essendo stato rifondato ben 5 volte a seguito di vari fallimenti. Perché il Benevento non è mai stata una squadra ricca, mai. Infatti, come avevamo accennato, in realtà una promozione in serie B nel 1945/46 l’aveva conquistata, ma non avendo poi i soldi necessari per l’iscrizione al campionato cadetto dovettero rinunciare. Mai avrebbero pensato i tifosi di dover poi aspettare più di 70 anni per riuscirci di nuovo. Nel mentre però conquistarono l’unico trofeo della loro storia, il prestigioso “Targa Capocci” vinto in finale con la Scafatese con un roboante 5-1. Negli anni ’50 ingaggiarono persino il mitico allenatore Oronzo Pugliese per riuscire nell’impresa. Che non riuscì e fece sì che l’anno dopo il Benevento fallì per la prima volta schiacciato dal peso dei debiti. Allora il secondo club di Benevento, il San Vito, una squadra locale di dilettanti, cambiò nome e divenne il primo. Società Sportiva Benevento divenne il nome. Nel giro di sette anni tornò tra i professionisti ma dopo l’unico campionato nel quale ebbe qualche possibilità di promozione retrocesse nuovamente in Serie D.

 

il beneventoIl Benevento, si sa, è la squadra della città delle streghe. Lo è perché i cristiani vedevano i riti pagani fatti dai Longobardi che vi si stabilirono come “stregonerie”. E la strega è il simbolo della squadra. Una strega che vola a cavallo di una scopa. Il simbolo precedente invece era uno stregone maschio, con la barba e la scopa, ma non ci volava, ci stava appoggiato. I colori sono il giallo e il rosso ma per alcuni periodi, altra cosa strana della squadra, li ha cambiati. Dopo che il San Vito divenne il Benevento i colori sociali, per una decina d’anni, sono stati quelli del San Vito, cioè il rosso e il nero. Poi tornarono ai colori originari ma negli anni ’90 vennero adottati quelli della città. Il rosso e l’argento. Rivolta dei tifosi e l’approdo di un nuovo presidente che regalò ai supporters il ritorno agli amati colori della tradizione. Ma ci fu un’altra occasione nella quale il Benevento cambiò colori. Nel 1947 in occasione di un derby contro l’Avellino le due compagini decisero, chissà perché, probabilmente per promuovere i prodotti tipici delle loro zone, di indossare delle divise con i colori tipici del liquore locale. L’Avellino scelse il verde, colore che ancora indossa, in onore dell’Anthemis, il Benevento indossò una divisa completamente gialla in onore del liquore locale che, guarda caso, si chiama Strega.

 

Sarà forse la strega ad aver fatto l’incantesimo che non ha permesso per tutti gli anni 2000, dopo l’ennesimo fallimento e rifondazione, di non essere mai promosso. Nonostante gli investimenti della nuova società e l’approdo quasi sistematico ai play off, il salto definitivo mancava sempre. Fino a due anni fa quando finalmente conquista l’approdo tra i cadetti dopo un campionato da record (positivi) e ben 17 partite senza sconfitte. In serie B, anche se inizialmente non è ovviamente tra le favorite, il Benevento comincia benissimo e, grazie ai goal di Ciciretti e Puscas, conquista un insperato quinto posto insieme al Perugia che vale l’accesso ai play off dove comunque è la squadra sfavorita. Ma elimina prima lo Spezia e poi il Perugia e si ritrova in finale col Carpi. Un miracolo. C’è la possibilità di andare in A dopo una vita di bocconi amari. Il Carpi è favorito ma nella partita di andata in casa non riesce ad andare oltre lo zero a zero e al ritorno, in un tripudio giallorosso, vince 1 a 0 grazie a un goal di Puscas, e conquista addirittura la serie A. La città impazzisce e sogna. Finalmente il sogno diventa realtà. Ma il sogno dopo le prime giornate si trasforma in un incubo. Sembra proprio un campionato “stregato”. Ovvio che il Benevento, essendo la Cenerentola della Serie A, faccia simpatia a tutti. Alla prima giornata affronta la Sampdoria a Genova e passa quasi subito in vantaggio col goal di Ciciretti. Sembra un sogno ma poi la Samp ribalta il risultato e arriva la prima sconfitta. La prima di una lunga serie. Poi due partite in casa, volendo non impossibili con Torino e Bologna, e arrivano altre due sconfitte. Poi nel giro di tre giorni due colossi come Napoli e Roma, arrivano due sonore sconfitte con un totale di 10 goal subiti. C’è l’occasione per far punti col Crotone, ma il risultato è un rotondo 2 a 0 per i calabresi. E qui la cosa comincia a prendere una brutta piega.

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Callejon esulta contro il Benevento

Perché è vero che il Benevento fa simpatia, ma risultati così scarsi danno di fatto ragione a chi dice che 20 squadre in serie A sono troppe e queste piccole squadre, che non possono avere le possibilità di allestire squadre adeguate alla serie, sono sempre destinate a fare figure barbine. Arriva la sconfitta con l’Inter, e ci può ovviamente stare, poi la sconfitta col Verona, che invece fa più male. A quel punto con la Fiorentina in casa ha la possibilità di scongiurare la conquista del primo record negativo. Quello di essere la squadra col più alto numero di sconfitte nelle prime giornate di campionato. Ma la Fiorentina vince con un rotondo 3 a 0 e il record è, malauguratamente, conquistato. Viene esonerato Marco Baroni, artefice della doppia promozione, e la squadra viene affidata a De Zerbi, uno che ha anche tentato di salvare il Palermo di Zamparini che lo ha ovviamente esonerato dopo poco. De Zerbi viene accolto male, essendo stato allenatore del Foggia che sconfisse il Benevento tre anni prima nei play off e che dichiarò dopo la partita coi giallorossi “Li abbiamo massacrati, non c’è stata storia!”. I tifosi non dimenticano e lo accolgono con lo striscione “De Zerbi zingaro”. Dopo aver eguagliato il record negativo di punti il Benevento quel record lo batte. Ed era andato vicinissimo a interrompere il digiuno. Infatti contro il Cagliari le cose si mettono subito male, ma nel finale il Benevento pareggia al minuto 94 grazie a un rigore trasformato da Iemmello. E se pareggi al novantaquattresimo non puoi perdere, è impossibile. Ma purtroppo l’arbitro aveva concesso 5 minuti di recupero. Quindi il Cagliari batte, si porta in avanti per giocare quegli ultimi secondi disponibili… e segna. E la partita finisce. Ennesima sconfitta e record (che apparteneva al Venezia) battuto. Le successive due sfide non danno molte possibilità. Il Benevento affronta Lazio e Juventus. Con la Lazio perde 5 a 1 in

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Il goal del Sassuolo all’ultimo minuto

casa mentre allo Juventus Stadium sembra stia per avvenire il miracolo. Chiude il primo tempo in vantaggio, resiste ma poi crolla sotto i colpi di Higuain e Cuadrado. Applausi per l’impegno e il mezzo miracolo ma raggiunto il record negativo che apparteneva a Grenoble e Manchester Utd. Nessun punto nelle prime 12 giornate. Oramai quel record il Benevento se lo merita, per essere comunque nella storia del calcio europeo probabilmente non c’è altra strada. E l’occasione è la partita col Sassuolo dove ancora una volta nei minuti di recupero avviene di tutto. Dopo che il Sassuolo è passato in vantaggio, Armenteros, con un goal di rara bruttezza, pareggia. Scadono i novanta minuti regolamentari e sembra proprio che il primo punto stia finalmente per arrivare e il record per saltare. Ma arriva il rigore per il Sassuolo a causa di uno dei falli di mano più stupidi che si siano mai visti su un campo di calcio dai tempi di uno sciagurato mani di Lanna in un derby. Ma Berardi tira il rigore sulla traversa. Questa volta il punto tanto sperato non può non arrivare. E invece sugli sviluppi di un calcio d’angolo Peluso la prende di testa e insacca. Tredicesima sconfitta e record negativo di tutti i tempi in Europa conquistato. Così che si possa dire anche per il Benevento “come te nessuno mai”.

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