Di Francesco e Inzaghi: Il derby dei migliori del momento
Di Francesco e Inzaghi, in rigoroso ordine alfabetico, sono gli allenatori del momento. Anche Ventura in un certo senso lo è, ma loro lo sono in maniera diversa. Decisamente diversa. Sono gli allenatori del momento e si incontreranno sabato all’Olimpico per un derby tra le due squadre più in forma del momento accomunate proprio dall’essere guidate da due allenatori che inizialmente hanno dovuto convivere con un certo scetticismo da parte del pubblico e, sopratutto, dei media. Inzaghi su quella panchina c’è finito praticamente per caso.
La panchina era stata data a Bielsa che, essendo “Loco” improvvisamente ci ha ripensato. Lotito si è infuriato e ha dovuto ripiegare in fretta e furia su quello che aveva a portata di mano: Simone Inzaghi. Appena dirottato alla Salernitana aveva, la stagione precedente, guidato la stessa Lazio sul finire del campionato subentrando a Pioli, esonerato proprio dopo un derby perso 4 a 1. Il debutto fu ottimo, con sei punti in due partite e portò la Lazio all’ottavo posto concludendo dignitosamente un campionato che ad un certo punto s’era messo male. Inzaghi era l’allenatore della Primavera e nella giovanili aveva già vinto diversi trofei. Sembrava bravo, ma non così bravo.
Di Francesco è invece approdato alla Roma dopo aver ottenuto importanti risultati a Sassuolo. Ma non aveva mai avuto un’esperienza in una squadra di vertice. Così mentre Inzaghi ha dovuto vincere lo scetticismo di chi pensava non fosse pronto per la Serie A, Di Francesco ha dovuto, e ancora deve perché siam solo all’inizio, smentire chi credeva che fosse un allenatore da provinciale e non da squadra di vertice. C’è da dire che i tifosi biancoazzurri hanno sempre avuto fiducia in Inzaghi, che era stato giocatore di una Lazio molto più ambiziosa di questa, dove non era titolare ma si faceva sempre trovare pronto. Un professionista esemplare e di questo i tifosi hanno sempre ricordo. Ma anche Di Francesco ha un passato glorioso nella Roma. Il turbo giallorosso era soprannominato. Anche lui in campo dava sempre tutto ed era un fior di professionista, mai polemiche, mai un gesto sbagliato. E un goal memorabile in un derby e uno scudetto vinto. L’anno dopo venne venduto al Piacenza dal quale era stato prelevato, e alla prima occasione, la terza giornata di andata, la Roma andò a Piacenza con lo scudetto cucito sul petto. E perse 2 a 0. E il secondo goal lo fece proprio Di Francesco, di testa poi.. Perché se il goal dell’ex è una consuetudine molto frequente nel calcio, contro la Roma, da Pruzzo in poi, è una certezza.
Ma i paralleli tra i due non finiscono qua. Tutti e due si sono ritrovati a gestire squadre dove c’erano stati notevoli cambiamenti. L’estate nella quale la regina del mercato era sembrata il Milan, pensa te, Di Francesco ha dovuto fare i conti con partenze pesanti quali Rudiger, Paredes, Szczesny e sopratutto Salah, per non parlare dell’addio di Totti, e gli acquisti non sono sembrati all’altezza. In fondo Pellegrini non sembrava un vero acquisto, e al posto di Szczesny ci sarebbe stata la sua riserva, Alisson. Nessuno considerava che in fondo quest’ultimo era il portiere titolare della nazionale brasiliana, da queste parti sembrava comunque il vice di Szczesny e basta. Inzaghi ha avuto meno problemi, aveva perso Biglia e Keita, ma quest’ultimo non era un titolare inamovibile. Lucas Leiva era una mezza scommessa, di quelle che Tare e Lotito però vincono abbastanza spesso. In questo caso hanno vinto alla grande visto che Leiva è diventato un elemento imprescindibile di questa squadra e Biglia invece si è perso nel marasma milanista dove, anche se un po’ tutti vanno male, lui s’è distinto per l’andare un po’ peggio. Ambedue i tecnici hanno fatto crescere e dato fiducia a giocatori che non avevano avuto vita facile. Inzaghi ha rigenerato Radu, tornato a buoni livelli dopo un lungo periodo di flessione, ha fatto crescere Patric e Lukaku. Con Di Francesco è tornato a giocare uno che sembrava destinato oramai al fallimento, “bruciato” da Spalletti la scorsa stagione nella sciagurata trasferta contro la Juventus dove fu mandato inspiegabilmente in campo proprio nella partita più delicata, tolto nell’intervallo e mai più messo in campo, sembra anche per punizione per non aver accettato un trasferimento. Gerson non sembrava un giocatore dell’organico, uno che potevi mettere in campo. Di Francesco lo ha fatto e Gerson lo ha ripagato anche con una doppietta. Per non parlare di Fazio. Anche se proveniva da un lunghissimo infortunio, la scorsa stagione aveva iniziato benissimo, poi ad un certo punto aveva avuto un calo vistoso inanellando una serie di errori gravi che avevano fatto dubitare l’ambiente della sua affidabilità. Infatti si chiedeva a gran voce l’acquisto di un centrale titolare. Poi è arrivato Moreno, che ovviamente qualche acciacco lo aveva anche lui, e perciò Di Francesco lo ha considerato titolare da subito e Fazio lo ha ripagato con una serie di buone prestazioni. Sia Roma che Lazio sono imbattute nelle rispettive competizioni europee, e per la Roma è ancora più sorprendente visto che, dopo i sorteggi, Chelsea e Atletico Madrid sembravano di caratura superiore. E invece la Roma di Di Francesco in due partite contro i Campioni d’Inghilterra ne ha segnati ben sei: il 3 a 0 del ritorno resta al momento il momento più alto dell’esperienza da allenatore di Di Francesco, ma c’è da dire che siamo solo all’inizio.
Sia Inzaghi che Di Francesco difendono il gruppo e non accendono mai polemiche nelle interviste. Ambedue le squadre sono anche un po’ fortunate in questo periodo, perché nel giro di una settimana, prima alla Lazio poi alla Roma, è capitato di segnare con un colpo di testa involontario, e ambedue sono stati goal decisivi. Quello della Lazio è stato un autogoal, quello della Roma di Manolas ma assolutamente casuale. Ambedue si stimano e si rispettano. Ambedue non raccolgono le provocazioni. E in questo è stato esemplare Di Francesco. Nelle prime giornate la Roma non aveva granché convinto. Non aveva perso con l’Atletico per pura fortuna e aveva perso con l’Inter in casa. In realtà nella sconfitta con l’Inter c’erano stati diversi elementi positivi. La Roma aveva colpito ben tre pali interni. Qualcosa non aveva funzionato in difesa. Ma la stampa, le radio e le televisioni, sopratutto romane, già avevano giudicato un incapace, uno non adatto a questi livelli, uno da lotta salvezza. Venne diffuso un video di D’Alema, noto romanista, che parlando allo Stadio diceva che “eravamo abituati a Spalletti, adesso invece eravamo praticamente senza allenatore e quindi non avremmo vinto mai”. Venne chiesto un parere su questa dichiarazione allo stesso Di Francesco il quale, senza scomporsi e senza innervosirsi, rispose che se questa era l’opinione di D’Alema, che di vittorie se ne intendeva, lui la rispettava. E c’è da dire che da allora la Roma è andata come un treno, perdendo solo contro il Napoli, come la Lazio che però giocò benissimo quella partita e fu alquanto sfortunata mentre la partita della Roma fu bruttina con pochissime occasioni per tutte e due le squadre. E ora la stampa considera la Roma la possibile terza forza del Campionato. Ma visto che la stampa in questa storia non ci azzecca mai, Inzaghi se dovesse vincere il derby metterebbe una certa distanza tra la Lazio e la Roma ed è quindi pronto a smentirli. La Lazio è probabilmente sempre troppo sottovalutata dalla stampa. Ma ha giocatori importanti in organico e Milinkovic-Savic potrebbe essere l’oggetto del desiderio di molte squadre la prossima stagione. Al momento è sicuramente uno dei migliori nel suo ruolo in Europa. Il miglior attaccante italiano del momento, che arriva al derby un po’ acciaccato, cioè Immobile che è un altro rigenerato da Inzaghi. Ma Immobile venne preso da Lotito per una cifra irrisoria. Probabilmente la voglia di riscatto sua e di molti suoi compagni di squadra è stata una delle corde che Inzaghi ha saputo toccare. Di Francesco dovrà confermarsi su grandi livelli. Tutte e due le squadre vorranno vincere questo derby perché la vittoria significherebbe molto, e non solo per una questione di primato cittadino. Con il Milan fuori dai giochi restare nel gruppo di testa per poi giocarsela fino alla fine è l’obiettivo di tutte e due le squadre. Sarà un gran derby. Perlomeno sembra. Perlomeno speriamo.
Vai alla home page di LineaDiretta24