The Aliens, al Teatro Brancaccino tre giovani alienati dalla società
Dopo il successo di Cock e Costellazioni, il regista Silvio Peroni presenta il suo ultimo lavoro The Aliens, tratto dall’omonimo testo della pluripremiata Annie Baker e a sua volta ispirato alla poesia di Bukowski che ne porta lo stesso titolo. Uno spettacolo delicato “che parla di musica, di amicizia, di arte, di amore, di morte” in scena al Teatro Brancaccino fino al prossimo 12 novembre.
Non si tratta di alieni provenienti da un altro mondo, bensì di due amici trentenni alienati dalla società: KJ (Giovanni Arezzo) nevrotico bevitore compulsivo di tè con funghetti allucinogeni e Jasper (Jacopo Venturiero), un aspirante scrittore dal fervido talento ma che sembra soffocare un’incontenibile rabbia e un malessere che gli viene da lontano. I due tutti i giorni si ritrovano nel patio desolato di un bar di una piccola città nel Vermont dove fumano, suonano, riflettono e parlano di musica, di Bukowski e dei suoi versi. Tuttavia la vita e la piccola provincia in cui vivono sembrano non riuscire a stimolarli e a motivarli quanto basta per affrancarsi da quella condizione isolata e fondamentalmente deprimente. Improvvisamente il giovane e timido Evan (Francesco Russo) irrompe nella loro quotidiana routine: è il nuovo cameriere del bar e comincia dunque a condividere con KJ e Jasper le sue pause dal lavoro nel retro del locale. Anche Evan è un alienato, nel suo essere ingenuo, sprovveduto e impacciato è uno studente che non ha né amici né una fidanzata, malgrado lavori in un locale pubblico vive fuori dal mondo, tanto che i due amici diventano ben presto il suo legame più profondo. Un tragico evento sconvolgerà però le vite di KJ ed Evan, segnando il momento di cesura tra i due atti e quello di un riequilibrio delle forze tra i personaggi sul palcoscenico.
Una drammaturgia cinica, ironica, a tratti commovente e fatta di lunghi e carichi silenzi, dove uno squallido e puzzolente retro di un bar diventa un microcosmo in cui si dispiega l’esistenza di questi tre giovani senza futuro e speranze apparenti. La musica, nelle bellissime composizioni originali di Michael Chernus, Patch Darragh ed Eric Gann, diviene filo conduttore e protagonista di tutto lo spettacolo: The Aliens è anche il nome della band messa su da Jasper e KJ mentre le canzoni eseguite dal vivo, i cui testi senza senso appaiono sul muro di fondo, creano momenti divertenti e di intima complicità. Anche per questo spettacolo così riflessivo e sottile Peroni ha scelto per l’ennesima volta la talentuosa interpretazione di Jacopo Venturiero, capace di penetrare al meglio le sfumature introspettive del personaggio più psicologicamente complesso, quello che soffre per una storia d’amore finita, che porta dentro di sé traumi mai superati, che fa uso di droghe, ma che al contempo si dedica con ardore alla scrittura in cui cerca, forse, una via di fuga. Un testo realistico e un linguaggio estremamente vicino, in grado di trasmettere quell’alienazione e quel senso di angoscioso straniamento dalla vita e dalla realtà a cui, purtroppo, molti trentenni non sono completamente estranei.
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