Siriani e russi liberano Deir Ezzor, ultima città ISIS

E’ finita! Deir EzZor, ultima città siriana in mano all’ISIS, è caduta ieri sotto i colpi dell’esercito siriano aiutato dai russi. Agli inizi di settembre le truppe di Bashar Al-Assad raggiunsero la città e iniziarono i combattimenti per liberare la zona dell’aeroporto, in cui un contingente dell’esercito siriano di circa 4.000 uomini agli ordini del generale Issam Zahreddine resisteva insieme a circa 70.000 civili ad un assedio che durava dal 2014.

La città di Deir EzZor diventerà forse il simbolo di questa sciagurata guerra. I tre anni di eroica resistenza della popolazione, aggrappata ad un manipolo di militari guidati da un uomo simbolo della Siria come Zahreddine (morto il 18 ottobre scorso nell’opera di riconquista della città), in una condizione di drammatico isolamento, sono la sintesi della tragedia siriana. Nel 2016 addirittura gli USA bombardarono “per errore” postazioni dell’esercito siriano in città scambiandole per postazioni dell’ISIS, pur essendo stati informati dai russi sulla natura degli obiettivi. Di ciò approfittarono immediatamente i terroristi dell’ISIS che a seguito del bombardamento degli USA passarono all’attacco.

Insomma, il recente passato della città, che si è difesa da sola in pieno territorio dell’ISIS (ai confini con l’Iraq) ed ha subito atrocità terribili che la nostra stampa ha evitato di raccontare, è il manifesto della volontà di resistenza del popolo siriano, travolto da una comunità internazionale governata da idioti se non da criminali. Nel mese di agosto del 2014 i terroristi dell’ISIS crocifissero e poi decapitarono 700 persone, tutte della milizia sunnita Shaitat rimasta sempre fedele alla Siria di Assad. Nel mese di gennaio del 2016 invece i terroristi amici dell’occidente uccisero 400 civili nel tentativo di prendere una zona ad est della città.

Riguardo alla distruzione di tesori archeologici e storici, cosa in cui i selvaggi dell’ISIS si sono da sempre distinti, bisognerà scrivere purtroppo libri e non articoli di giornale. Il museo dell’antica Mesopotamia? Distrutto. Le due università? Distrutte. La chiesa Memoriale del genocidio armeno? Distrutta. L’antico ponte sull’Eufrate? Andato anche lui. Ma lasciamo la parola a Yeghiche Elias Janji sacerdote armeno cattolico che è stato in visita in Italia: “I media occidentali ci hanno tradito, non dicono la verità”, amen.

La farsa occidentale, che per i siriani è stata una tragedia, sta finendo; il legittimo governante della Siria è appoggiato dai suoi e dal suo popolo, ed ora lo è ancora più di quanto non lo fosse prima di questo disastro umanitario. La popolazione di Aleppo, di Deir EzZor e di altre città e villaggi brutalizzati da una guerra folle, non dimenticherà e rimarrà unita intorno al proprio leader, che nella quasi totale solitudine internazionale è riuscito a difendere il proprio paese dall’aggressione del mondo “libero”.

 

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