Trump chiede la pena di morte per l’attentatore di Manhattan
Donald Trump chiede la pena di morte per l’autore della strage di Manhattan. “Il terrorista di NY era soddisfatto e ha chiesto che nella sua stanza di ospedale sia esposta la bandiera dell’Isis. Ha ucciso otto persone e ne ha ferite gravemente 12. Dovrebbe essere condannato a morte”: queste le parole comparse in un tweet del presidente.
L’attentatore, Sayfullo Saipov (29 anni), avrebbe infatti chiesto, durante gli interrogatori, che fosse esposta la bandiera dell’Isis nella sua stanza, dichiarando anche di “sentirsi bene in merito a quanto fatto” ed esprimendo rammarico per aver ucciso solo otto persone. “Avrei voluto uccidere più persone”, avrebbe affermato. L’attentato in realtà era stato preparato più di un anno fa: originario dell’Uzbekistan, l’uomo viveva negli Usa dal 2010, avendo moglie e figli nel New Jersey, ma già nel 2015 gli agenti federali avevano individuato qualche elemento che facesse pensare ad un eventuale legame con i jihaidisti, per cui era stato fermato. Tuttavia era stato rilasciato per mancanza di prove. Poi l’attentato del 31 ottobre, data scelta per fare più vittime, in occasione di Halloween, accuratamente pianificato: nove giorni prima Saipov avrebbe infatti noleggiato un altro camion per fare pratica. Quindi avrebbe progettato di uccidere quante più persone possibile lungo la pista ciclabile di Manhattan per poi proseguire verso il Brooklyn Bridge. “E’ stato ispirato dai video dell’Isis che ha guardato sul suo cellulare”: ha scritto l’FBI in un documento che descrive alla lettera tutti i movimenti di Saipov il giorno dell’attentato, oltre a dare informazioni anche sul materiale presente nel suo cellulare. Sono stati infatti trovati ben 90 video, quasi tutti ricollegabili ad al-Baghdadi.
Intanto è scattata un’altra caccia all’uomo: il trentaduenne Mukhammadzoir Kadirov, anche lui di origini uzbeke, sarebbe infatti coinvolto nell’attentato. I federali lo cercano per avere quindi informazioni in merito. A questo punto si riapre la discussione sull’immigrazione: così, mentre Trump chiede la pena di morte per Saipov, dalla Casa Bianca fa sapere: “Dobbiamo diventare molto più duri, più intelligenti e molto meno politicamente corretti; siamo così politicamente corretti che non siamo capaci di fare nulla”.
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