Biglietti aerei: un algoritmo “personalizza” il prezzo

Dimmi dove, come, quando e sopratutto il device dal quale stai acquistando e ti farò un prezzo “su misura”. È questa la logica che si cela dietro il tariffario dei biglietti aerei, come riporta il Corriere, dietro al prezzo proposto dalle varie compagnie aeree si celano le logiche di un algoritmo che tiene in considerazione il reddito medio delle persone che si trovano nella stessa località dell’acquirente; ed ecco che un biglietto per l’estero può subire una variazione di prezzo pari a più del 50% se lo si acquista in centro anziché in periferia.

biglietti aereiTutto questo è possibile grazie all’oro nero del ventunesimo secolo: i Big Data, ovvero quella mole estremamente ingente di informazioni, assimilata dagli algoritmi da tutte le fonti digitali possibili. L’effettiva quantità di dati che ad oggi vengono generati sul web è enorme, basti solo pensare ai tag dei luoghi visitati sui social network, alla geolocalizzazione sullo smartphone, oppure ai tanto discussi cookies che permettono di tracciare la navigazione dell’utente all’interno di quel sito per finalità statistiche o pubblicitarie. Data la quantità di dati sensibili che il browser può estrapolare attraverso i cookies si è legiferato circa l’utilizzo di questi, infatti gli ordinamenti giuridici di vari paesi -tra cui anche l’Italia- disciplina il loro uso.

Senza ombra di dubbio il volume e la varietà i dati immessi sul web sono così ingenti da rendere necessario l’utilizzo di algoritmi in grado di trattare così tante variabili nel minor tempo possibile e con poche risorse computazionali. L’utilizzo di tutte le informazioni raccolte rende le varie aziende in grado di analizzare il profilo degli utenti e trovare riscontri oggettivi su diverse tematiche, nonché attuare strategie di Marketing Oriented.

biglietti aereiProprio grazie ai Big Data gli algoritmi elaborati per alcune compagnie aeree riescono a delineare un profilo dell’utente che sta per acquistare un biglietto sulla piattaforma, così, in base ad alcune informazioni incrociate, mostreranno all’acquirente il prezzo massimo da pagare. Prima fra tutte le discriminanti per l’elaborazione del prezzo finale è la geolocalizzazione: viene analizzato il luogo in cui si trova l’utente -centro o periferia- e questa informazione viene incrociata con le fasce di reddito relative a quell’aerea specifica. Anche il device dal quale ci si collega è una discriminante importante: su tablet e smartphone solitamente appare un prezzo più elevato rispetto al computer; ma anche il sistema operativo incide, infatti l’utilizzo di iOS è associato alla fascia medio-alta della popolazione in grado, pertanto, di pagare un prezzo più elevato per un biglietto aereo rispetto a chi utilizza Android. Le prenotazioni effettuate nei primi cinque giorni della settimana fanno presupporre che si tratti di un viaggio di lavoro e non di piacere, pertanto, essendo una trasferta “obbligata” l’utente sarà disposto a pagare un prezzo maggiorato rispetto al week end.

Nel ventunesimo secolo ad essere a portata di click non sono solo i servizi più disparati, ma anche i nostri dati sensibili, alcuni dei quali sono utili per ottenere un’offerta di mercato su misura per le nostre esigenze, ma fino a che punto il loro utilizzo non diventa sfruttamento?

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