Gianfranco D’Angelo in ‘Tesoro mi si è allargata la famiglia’
Dal 4 al 15 ottobre Gianfranco D’Angelo è a teatro con lo spettacolo Tesoro mi si è allargata la famiglia. Scritto da Massimo Cinque, lo spettacolo apre la stagione 2017/2018 del Teatro Tirso de Molina.
Il sipario si apre sul salone di un appartamento, dove vive Gianfranco col figlio Pietro (Pietro Romano), entrambi attori, e la governante ucraina Anto (Antonella Aiesi). Qui i due, tra una chiacchiera e l’altra, stanno progettando la loro nuova commedia, quando irrompe in casa il figlio di Pietro, Marco. Anch’egli aspirante attore, sta preparando un provino per interpretare Romeo nella tragedia shakespeariana e si è quindi recato dal padre e dal nonno per cercare aiuto. I due cercano di dissuadere il ragazzo dall’intraprendere la carriera dell’attore (vi si fa puntualmente riferimento nello spettacolo, quasi come un grido di denuncia perché si torni a rivalutare la figura dell’attore stesso). Nel bel mezzo delle prove suona il campanello ed entra in scena Manuela (Emanuela Aurizi): la ragazza si presenta a Pietro come sua figlia, concepita all’indomani di uno spettacolo teatrale con una sua fan. Da qui l’idea di intitolare la commedia Tesoro mi si è allargata la famiglia. All’inzio riluttante, Pietro finisce poi per accogliere la ragazza in casa sua, ma una lettera scritta dalla madre di lei svela la vera identità del padre, che non sembra essere Pietro.
“Uno spettacolo sofferto”, come lo definisce lo stesso Gianfranco D’Angelo, facendo riferimento alle difficoltà incontrate per la sua realizzazione a causa degli improvvisi cambiamenti e all’interno della produzione, e all’interno del cast, che ha comunque fatto del suo meglio. La sofferenza infatti non mette in discussione la bravura degli attori stessi: su tutti spicca Marco Todisco, il giovanissimo attore romano che avevamo visto nel 2009 al fianco di Enrico Brignano nel film tv Fratelli Detective. Grande verve e talento ne fanno una giovane promessa del teatro italiano. Si avverte invece una certa sofferenza sul piano della resa: se infatti inizialmente l’idea è quella del cabaret ‘alla Drive in’, il ritmo poi rallenta per cedere il passo alla ‘commedia’, in cui si alternano divertenti sketch a momenti seriosi, di riflessione sulla vita, sulle donne e sul ruolo dell’attore. Riflessioni, queste, affidate a Gianfranco D’Angelo, che però ci saremmo aspettati in un ruolo meno melanconico, ma più adatto al suo personaggio, indelebilmente legato agli anni di Drive in.
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