Arabia donne alla guida: arriva la svolta

ARABIA DONNE ALLA GUIDA – Il progresso pian piano sta arrivando anche negli stati arabici: ribaltando un dogma ritenuto finora inamovibile, l’Arabia Saudita ha deciso di autorizzare le donne a guidare l’auto. Un evento considerato impossibile solo a poco tempo fa, uno sviluppo improbabile nel conservatore regno wahabita, ovvero l’interpretazione dell’Islam sunnita più intransigente.  Il cambiamento, annunciato contemporaneamente sia dalla tv di Stato saudita e sia da un evento a Washington, non avverrà immediatamente, ma sarà graduale. L’iniziativa, sebbene sia arrivata su ordine di re Salman, si deve all’erede al trono, il principe Mohammed bin Salman, 32 anni, vero e proprio modernizzatore del regno e autore del progetto ‘Vision 2030’ per rendere progressivamente Riad meno petro-dipendente.

IL DECRETO – Il decreto di re Salman, prevede che sia costituito entro 30 giorni un pool ministeriale per dare attuazione alla decisione per poter rilasciare le prime patenti entro giugno del 2018.  La polizia dovrà essere addestrata ad interagire con le donne al volante. Finora tutti i teologi wahabiti si erano espressi contro il via libera delle donne alla guida, con delle spiegazioni però spesso poco convincenti. Negli anni passati ci sono state numerose manifestazioni di donne che, per protestare contro la legge ritenuta ingiusta, si sono riunite alla guida delle loro auto, cosa consentita solamente agli uomini.

LA PRIMA VOLTA ALLO STADIO –  Solo poche settimane fa l’Arabia Saudita ha permesso per la prima volta alle donne di andare allo stadio per prendere parte alle festività in occasione dell’87esimo anniversario della fondazione del regno. Un centinaio di donne hanno potuto così assistere ad un’operetta all’interno del King Fahd Stadium, con le famiglie e in posti a sedere lontano dagli uomini single. Una prima volta storica che, associata anche al permesso di guidare, sta segnando una svolta importante nei diritti delle donne nel paese arabo, storicamente molto conservatore.

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@maurizio_gaddi