Agnelli condannato. Condannata anche la Juve
Agnelli condannato- La Juventus, Andrea Agnelli ed altri tre dirigenti della Vecchia Signora sono stati condannati dalla Sezione Disciplinare del Tribunale Federale Nazionale della FIGC, anche se le pene comminate sono molto più basse di quelle chieste dal Procuratore Federale, in quanto il tribunale non ha accolto tutte le richieste dell’accusa. La Juventus è stata condannata al pagamento di un’ammenda di 300.000 euro. Il presidente Andrea Agnelli è stato condannato all’inibizione per un anno ed al pagamento di un’ammenda di 20.000 euro, la stessa pena è toccata anche all’ex direttore commerciale Francesco Calvo. Il responsabile della vendita dei biglietti Stefano Merulla se l’è cavata solo con l’inibizione di un anno, mentre per al responsabile della sicurezza Alessandro d’Angelo è andata la pena più grande con un anno e tre mesi di inibizione il pagamento di un’ammenda di 30.000 euro.
Agnelli condannato- Facciamo il riassunto delle puntate precedenti: tutto nasce dall’indagine “Alto Piemonte”, della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino che il 1° luglio del 2016 al termine di un’attività investigativa per i reati di associazione mafiosa, detenzione di armi, estorsione, tentato omicidio ed altri, arresta sedici persone tra cui Rocco e Saverio Dominello della cosca Pesce-Bellocco. Tra le altre cose i Dominello avevano costituito un gruppo di ultras chiamati “I Gobbi” attraverso cui erano riusciti ad avere accesso alla dirigenza della Juventus. La finalità della cosca era quella di gestire l’attività di bagarinaggio. Per la società bianconera il rapporto con i Dominello era utile a gestire la sicurezza nella stadio e ad evitare rapporti tesi con la tifoseria: la società garantiva buoni prezzi di biglietti ed abbonamenti su cui lucrare, in cambio i Dominello si impegnavano ad evitare contestazioni ma più in generale a garantire la “tranquillità” dello stadio.
Agnelli condannato- Secondo gli inquirenti non esistevano prove per accusare la dirigenza della Juventus di avere contatti con la criminalità organizzata in quanto sembrava che Agnelli non sapesse che Dominello fosse della ‘Ndrangheta. Ma le carte sono passate alla procura federale della FIGC che ha proseguito le indagini per le palesi violazioni delle regole per la vendita di biglietti. Il procuratore Pecoraro, per esempio, aveva chiesto due anni e mezzo di inibizione per Agnelli, più l’ulteriore sanzione di due partite da giocare a porte chiuse in considerazione del fatto che la vendita irregolare di biglietti avesse come aggravante l’aver avvantaggiato la criminalità organizzata. Il tribunale federale, come detto, ha optato per pene più lievi in quanto non è provato che Agnelli sapesse che il rappresentante dei Gobbi fosse uno della ‘Ndrangheta. Gli avvocati della Juventus si sono detti abbastanza soddisfatti per il risultato del procedimento di primo grado, in quanto la priorità della dirigenza bianconera è quella di fugare ogni dubbio su eventuali rapporti con il crimine organizzato. Per il resto se ne parlerà in appello.