Il Movimento del ’77 in mostra al Museo di Roma in Trastevere
Nel 1977 in Italia terminarono ufficialmente le trasmissioni di Carosello, prese il via il processo per la strage di Piazza Fontana e fu approvata la legge sull’aborto, ma soprattutto il 1977 vide nascere il cosiddetto Movimento del ‘77, un’organizzazione politica spontanea, formatasi principalmente nell’area di gruppi della sinistra extraparlamentare e caratterizzata dalla dichiarata contestazione al sistema dei partiti e dei sindacati, da una componente fortemente creativa e da nuove istanze fino ad allora inedite come le urgenze femministe e la difesa dei diritti umani e civili. Il movimento coinvolse vasti strati delle periferie degradate che vivevano la loro condizione sottoproletaria ai margini della società e della politica nazionale: operai, ma anche giovani che da pochi anni avevano cominciato a frequentare le università pubbliche, non più appannaggio delle sole classi borghesi. In quell’anno caldo le principali città italiane come Roma, Bologna e Torino furono teatro di violenti scontri di piazza in cui rimasero uccisi militanti, studenti e poliziotti, infiammando ancor di più un clima politico e culturale già fortemente infocato, momenti immortalati dai fotoreporter e divenuti emblematici di una generazione che rivendicava con forza diritti basilari. Al Museo di Roma in Trastevere fino al prossimo 14 gennaio la mostra ’77 una storia di quarant’anni fa nei lavori di Tano D’Amico e Pablo Echaurren, ripercorre i fatti e gli eventi accaduti in quell’anno attraverso le immagini fotografiche del giornalista e fotoreporter Tano D’Amico che seguì da vicino il movimento studentesco e operaio in tutto il suo percorso, e le opere grafiche dell’artista Pablo Echaurren.
Per l’esposizione delle circa 200 opere il curatore Gabriele Agostini ha scelto di non seguire la sequenza cronologica degli avvenimenti di cronaca, ma di strutturare la mostra secondo aree tematiche in cui maturò e si formò il linguaggio del movimento del ’77, ovvero attraverso le facce dei suoi protagonisti, le feste, il rapporto uomo-donna, l’opposizione, la creatività urbana, gli scontri di piazza, la morte e il sangue. Ecco qui che allora le intense foto in bianco e nero di D’Amico offrono allo sguardo volti e sorrisi dei giovani di quell’epoca piena di ideologia e disincanto, fermando nel tempo momenti di storia come l’occupazione dell’Università, le manifestazioni studentesche, gli scontri con la polizia, le assemblee autonome, la cacciata di Lama da La Sapienza. Immagini affiancate dalle opere grafiche e dai fumetti d’avanguardia di Echaurren che nel ’77 diede vita ad OASK?!, il foglio dei cosiddetti indiani metropolitani, l’ala più creativa e libertaria del movimento, e ad altre numerose fanzine.
La mostra organizzata dal Centro Sperimentale di Fotografia Adams analizza dunque il rapporto tra arte, politica e ideologia e l’uso che i diversi gruppi all’interno del movimento facevano delle strategie artistiche, offrendo al pubblico romano il ritratto dell’umanità e degli eventi accaduti nel 1977, la storia di una generazione e di un paese che in questi quarant’anni ha cercato di rimuovere se stessa e quel movimento che aveva l’ambizione di cambiare il mondo, ma che in realtà si esaurì in breve tempo, e che oggi come ieri è ritenuto scomodo, pericoloso e devastante per gli assetti di potere e per questo spesso condannato e dimenticato.
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