Eurobasket 2017: l’Italia esce a testa alta, le pagelle della spedizione azzurra
EUROBASKET 2017: ITALIA A TESTA ALTA – L’Italia esce a testa altissima da questo Eurobasket 2017. Nonostante la pesante sconfitta con la Serbia, troppo superiore agli Azzurri di coach Messina, il bilancio della manifestazione è assolutamente positivo. Andiamo ad analizzare, giocatore per giocatore, le prestazioni degli italiani in questa manifestazione:
DATOME: VOTO 9 – Il capitano ha dimostrato in più di un’occasione di avere un’intelligenza cestistica di primissimo livello. Ormai la sua esperienza è totale e in campo si vede. Quando i compagni vanno in difficoltà è lui a caricarsi sulle spalle il peso di un’intera squadra. Chiude la manifestazione con 15 punti di media a partita, regolare come una cartella esattoriale. Quello che però ha colpito di più è stata la capacità di cambiare le partite nella nostra metà campo. Dedizione difensiva assoluta condita da alcune stoppate da cineteca. Se questa nazionale ha un volto, un cuore e un’anima è quella di Gigi. Resta il rimpianto di non aver visto dove si poteva arrivare con il Gallo. CUORE E GRINTA
BELINELLI: VOTO 8,5 – Il Beli è sembrato carico come non mai. L’assenza di Gallinari per la sciocchezza combinata in amichevole contro il Belgio lo ha caricato di responsabilità, trovando in lui le risposte che da sempre questa nazionale cerca. Contro la Finlandia è stato quasi poetico, mettendo a referto numeri assolutamente pazzeschi. La Serbia ieri gli ha costruito intorno una gabbia difensiva solamente per toglierlo dalla partita e lui ne ha messi in ogni caso 18. Non sarà probabilmente mai il nostro go to guy, l’uomo a cui affidare la palla sperando risolva tutto da sé, ma quando c’è da farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, lui c’è. È un peccato che non abbia, in nazionale, mai avuto un compagno in grado di gestire il pallone molti minuti, lui sarebbe stato ancor più letale. INFUOCATO
MELLI: VOTO 8 – Il terzo azzurro per minutaggio in questo Eurobasket 2017 è stato Nic Melli, il nostro 4 esploso definitivamente dopo l’esperienza in Germania. Melli ha risposto sempre presente, ben più di quanto non dicano i numeri. 7 punti di media a partita con 4,4 rimbalzi, statistica rovinata ieri dai colossi serbi che lo hanno lasciato a due rimbalzi. Certo, quando contro hai un centro di 221 cm è difficile anche se ci metti grinta e coraggio. Quello che i numeri non dicono è che quando c’è da fare del lavoro sporco, questo ragazzo è sempre in prima linea. Rotazioni, tagliafuori, blocchi. Esiste un basket oltre le statistiche, e Melli in questo gioco è stato uno dei migliori in campo. Se l’Italia è arrivata tra le prime 8 d’Europa il merito è anche suo. LAVORATORE OSCURO
FILLOY: VOTO 7,5 – Ariel è semplicemente la rivelazione di questa nazionale. Il colpo a sorpresa, l’asso nella manica di coach Messina. Un giocatore che non tutti conoscevano ma che nessuno potrà fare a meno di amare dopo questo Eurobasket 2017. I numeri dicono oltre 9 punti a partita coronati dai 15 messi a segno contro la Germania, coadiuvati da 2 assist pieni. Ma oltre i numeri restano una serie di giocate da veterano puro. Un giocatore senza paura negli occhi e nel cuore, in grado di prendersi tiri e responsabilità da vero leader. Il suo canestro in perno da fermo contro la Germania rimarrà una delle giocate più incredibili e pazze viste su un campo da basket. ESORDIENTE CHI?
HACKETT: VOTO 7,5 – Daniel, play titolare di questo gruppo, è stato il nostro all-around. Un giocatore in grado di sopperire con la voglia e l’applicazione difensiva alle evidenti carenze tecniche. Quanto il tiro da 3 non è un’opzione (4/20 nella manifestazione) bisogna giocare duro per compensare la cosa, sopratutto con una squadra come l’Italia che del tiro da fuori ha fatto il suo mantra. I suoi recuperi, uno a partita, spesso nei momenti chiave della partita sono stati fondamentali per spezzare alcuni momenti di inerzia dei match. Non sono mancati gli assist e il contributo a rimbalzo, oltre a uno sfibrante lavoro difensivo compiuto sempre senza sbavature. Non gli si poteva chiedere di più. MASTINO
BILIGHA: VOTO 7,5 – Come per Filloy, questo è stato l’Eurobasket 2017 di Paul Biligha. Il nostro centro tascabile (solo 200 cm) ci ha riportato alla mente il Mason Rocca dei tempi andati. Cuore, grinta, energia, atletismo. Sopperire alle evidenti carenze fisiche mettendoci tutto quello che aveva da mettere, senza lesinare mai un centesimo di impegno. I freddi numeri, 3 punti e 3 rimbalzi a partita, non riescono a cogliere l’impegno prodigato in campo da questo ragazzo. Lo abbiamo visto tuffarsi su ogni pallone, correre, ruotare in difesa, sporcare, saltare, toccare. Una molla in campo. Se giocatori dotati tecnicamente dieci volte lui, avessero la sua dedizione, sarebbero All-Star NBA. INSTANCABILE
CUSIN: VOTO 7 – A Cusin è toccato l’ingrato compito di essere l’unico lungo puro in una nazionale tra le più basse della competizione. Doversela vedere ogni sera con centri molto più alti e prestanti fisicamente di lui non deve essere stato facile. Il Cuso dal canto suo ha risposto sempre presente, chiudendo il suo Eurobasket 2017 con tante prestazioni di livello. Non a caso il suo plus e minus nei minuti nei quali è stato in campo dice +52, e non è mai andato in negativo se non di 3 punti contro la Lituania. Numeri che rispecchiano il valore di un giocatore in grado di fare sempre la giocata giusta, anche se non da protagonista. ANCHE LA LEGNA SERVE
ARADORI: VOTO 6,5 – Per quanto riguarda le rotazioni effettive, Aradori era l’ultimo degli azzurri “principali” se così vogliamo chiamarli. Pietro aveva il compito di portare energia e punti dalla panchina, facendo rifiatare le prime bocca da fuoco azzurre. Ci è riuscito in parte e, se l’impegno non è mai mancato, la precisione è stata altalenante. Con la sua fisicità forse ci si sarebbe aspettato più attacco al ferro ma con i se e con i ma non si va molto lontano. Anche lui ha contribuito a cementare un gruppo che nel collettivo ha trovato la sua vera forza. BUON GREGARIO
CIANCIARINI, ABASS, BALDI ROSSI, BURNS: VOTO 6,5 – Questi quattro giocatori, chi più, chi meno, hanno rappresentato la fine delle rotazioni del gruppo. Situazione mai facile quella di essere coinvolti per pochi minuti dovendo dare un senso alla propria partita. Ognuno a modo suo ci è riuscito. Burns si è fatto valere contro la Serbia, Cinciarini è esploso contro la Germania. Baldi Rossi ha colpito con le sue triple frontali, mentre Abass, il meno coinvolto del gruppo, ha comunque fatto esperienza che tornerà utile per il futuro. PRONTI QUANDO SERVIVA
COACH MESSINA: VOTO 9,5 – Inutile girarci attorno, il grande artefice del miracolo Italia a questo Eurobasket 2017 è stato lui, coach Messina. Ha tratto il massimo dalla follia di Gallinari, cementando il gruppo sul concetto di squadra al posto di quello di talento o di NBA. Ha forgiato un’Italia difensivamente strepitosa, in grado di mettere la museruola a nazionali ben più ricche di talento e punti nelle mani. Ha regalato a tutti noi una ritrovata passione nel seguire una Nazionale di nuovo pronta a sporcarsi le mani, a lottare nel fango e non la supponente boriosa versione vista nell’ultimo preolimpico. NUMERO UNO
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