Simone Rugiati, querela dopo l’attacco a Sushi Su
Il gossip tra i fornelli
Bastano un video, uno chef-conduttore al comando e il ristorante più glam di Padova sullo sfondo a creare il gossip più scottante della calda estate di fine agosto.
Siamo andati a vedere cosa bolle in pentola, perchè a furia di colpi di scena, battaglie legali e attacchi sui social, il minestrone è diventato un polverone “giallo zafferano” da rotocalco rosa stile gourmet.
Sushi Su, Sushi giù: dimentichiamo le classifiche stile “Gambero Rosso” perchè la rabbia e l’orgoglio oggi privilegiano i blasonati salotti della televisione nazionale e non. E a farne le spese, o a guadagnarci a colpi di visualizzazione, sono proprio ristoranti, ristoratori e personaggi dello spettacolo di turno che tra deliri luculliani, cadute di stile, intolleranze e denunce propagano l’antico aroma da “pane, amore e… fatturato” tra il popolo dei digiuni telespettatori a caccia di notizie.
Protagonista di tanto clamore mediatico è il “cuoco in fiamme” Simone Rugiati. Dalla sua, un curriculum di tutto rispetto: diploma all’Istituto alberghiero di Montecatini Terme e poi, subito, la lunga scalata nell’universo della televisione italiana. Da “La prova del cuoco” al “Gambero Rosso Channel” il successo gli è quasi piombato addosso. Ma, sarà per la torrida estate, sarà perchè “la notte è un girarrosto”, anche la pazienza di Mister Chef ha raggiunto il picco della tollerabilità: “Sono così inca***to che vi faccio vedere dove sono a cena così non ci venite”. Un appello diretto, quello da lui lanciato di corsa su Facebook e su altri social in un momento di rabbia. Parole dure, quasi oltraggiose, nei confronti di uno dei più gettonati ristoranti di Padova: il “Sushi su”.
Ma Massimiliano Liggieri, titolare del locale, venuto a conoscenza del video in rete, pare non si sia prestato al subdolo, mediatico gioco di ingiurie gratuite e attraverso il Corriere del Veneto ha rivendicato, a spada tratta, la propria versione dei fatti: “Rugiati non ha praticamente mangiato, se n’è andato e ha fatto il video. Prima sostiene di essere allergico al granchio, poi parla di intolleranza al liquido, c’è qualcosa che non va. Noi il pesce lo prendiamo fresco dal Mediterraneo visto che l’Adriatico ha il fermo pesca. Non abbiamo mai avuto un caso in tanti anni. Quella sera lo chef sembrava sopra le righe (…). Prima ha detto che sarebbe andato in ospedale, poi non è andato a farsi refertare. Dice che in cucina bisogna sterilizzare: in ospedale si sterilizza, in cucina si sanifica. Poi parla di un conto corrente, non so cosa intenda, è tutto ambiguo, sembra una cosa preparata”.
Motivo di tanto clamore, dunque, “l’astice della discordia” che, in termini di visualizzazioni, ha generato sul web più di 400mila viewers. Pare, infatti, che Rugiati sia “intollerante al liquido di conservazione del granchio in scatola”. Ma, tuttavia, il fatto sembra non sussistere poichè, stando alle dichiarazioni dell’Infiammato chef, il succulento astice pare non sia mai stato ingerito dal Rugiati per paura di pericolose complicazioni di natura allergica: “Ho preso dell’astice dentro un roll e ho chiesto se ci fosse il granchio perchè lo sentivo; mi hanno detto di no: è astice e basta. L’ho sentito e non l’ho mangiato, altrimenti sarei andato al pronto soccorso”. Tra dubbi amletici, suspance, fenomeni paranormali la querelle continua.
“All you can eat”: quando l’In è out
La polemica sollevata da Rugiati ha suscitato grande interesse nel pubblico, probabilmente ancora scosso rispetto allìaffidabilità della cucina orientale, complice la polemica degli ultimi mesi sui ristoranti giapponesi sollevata dai media. L’Italia degli spaghetti e maccheroni al dente d’altro canto, si sa, è ormai in declino. Una forte crisi di astinenza dalla qualità sembra essersi abbattuta lungo l’intero stivale e la classica buona carbonara è stata bypassata dalla sedicente cucina orientale che “tutto può”, perchè oggi il cibo è low cost.
Merito di aver aperto gli occhi a molti sulla questione, ricordiamo, va a Nadia Toffa, inviata della popolare trasmissione satirica condotta da Teo Mammuccari e Ilary Blasi “Le Iene”, che pochi mesi fa aveva avviato un’inchiesta sulla sicurezza alimentare.
Sotto accusa la gettonatissima formula “all you can eat” che permette di mangiare senza limiti e a prezzo fisso, purchè si consumi tutto ciò che si è ordinato; un pacchetto “all inclusive” che molti Sushi restaurant hanno eletto a strategica manovra per i loro introiti. Ebbene, su otto campioni di incasso “all you can” presi in esame, soltanto tre rispettavano le comuni norme igienico- sanitarie imposte dalla legge.
Cinque Sushi Restaurant su otto sono stati bocciati. All’interno degli alimenti è stata, infatti, riscontrata la “presenza di batteri, dall’escherichia coli allo stafilococco”. Dato ancora più allarmante riguarda la percentuale di batteri. Su un indice massimo di 10.000, le porzioni di sushi analizzate riportavano valori che superavano gli 860.000 batteri. Gli esperti mettono in guardia sul consumo di pesce crudo a basso costo ed invitano alla prudenza.
Estate in montagna alla scoperta della Heidi parade 2017
Tra Sushi, gossip, polemiche e tanto altro preferiamo, per il momento, rifugiarci in montagna. Una buona dose di ferro è quello che ci vuole. Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanioci aspettano, insieme allo zafferano di Navelli ed ai Borghi più belli d’Abruzzo.
In attesa che il round Rugiati – Liggieri si concluda con una riappacificazione da “campioni della ristorazione”, ci godiamo la Perdonanza Celestiniana sperando che, stavolta, anche il gossip opti per una sana e rigenerante vacanza.