Decreto Lorenzin, 4.300 bambini rischiano esclusione dal nido

Non potranno essere ammessi negli asili nido di Milano almeno 4.342 bambini per effetto del decreto Lorenzin che stabilisce l’obbligo di 10 vaccinazioni per l’ingresso a scuola. I dati sono stati elaborati dalla Ats (ex asl) milanese di Marco Bosio, che ha stimato l’impatto del provvedimento. Il numero potrebbe aumentare, dal momento che per ora include solamente i bambini che non hanno fatto i quattro vaccini obbligatori per legge da anni: l’anti-epatite B, l’anti-tetano, l’anti-poliomelite e l’anti-difterite. Andranno considerati anche coloro che non hanno eseguito i vaccini per morbillo, parotite, rosolia, pertosse, haemophilus influenzae B e varicella (per chi non ha già contratto la malattia), resi obbligatori per l’ammissione a scuola.

Il numero finale, insomma, è destinato a crescere. Per i genitori che decideranno di mettersi in regola, il termine è fissato al 10 settembre, data entro cui andrà consegnato il documento ufficiale con la richiesta di appuntamento in un centro vaccinale. In alternativa, è possibile scaricare un modulo di autocertificazione, ma entro il 10 marzo 2018 dovrà essere presentato il libretto di vaccinazione o il certificato vaccinale. Per semplificare le procedure, ed evitare che un numero così grande di bambini venga escluso dalla possibilità di frequentare il nido, la regione Piemonte ha stabilito che saranno direttamente le aziende sanitarie ad inviare una comunicazione alle famiglie ancora non in regola, contenente la prenotazione con data e ora dell’appuntamento.

Il decreto Lorenzin non riguarda solo i nidi, ma interessa anche 9000 iscritti alle scuole elementari, medie e superiori, che non hanno eseguito la profilassi; per questi ultimi, il rischio è una sanzione che va da 100 a 500 euro. Intanto, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori prepara il ricorso contro il ddl, che, secondo l’associazione, minerebbe il diritto allo studio sancito nella Costituzione precludendo l’accesso agli alunni fino a 6 anni non in regola.

 

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