Il silenzio di Minniti, lasciato solo nella lotta agli scafisti

Il ministro dell’Interno ha minacciato le dimissioni dopo il contrasto con il collega Delrio e ora si è chiuso nel suo silenzio. Il governo prova a ricucire, ma Minniti si sente solo nella lotta agli scafisti.

 

LO SCONTRO CON DEL RIO –  Lo scorso 5 agosto la nave della ong Medici Senza Frontiere, che non ha firmato il codice di condotta, ha effettuato il passaggio di 127 migranti su una nave della Guardia Costiera. Il fatto ha provocato una reazione del ministro Minniti, trattandosi di un precedente che mina l’autorevolezza del codice di condotta ideato dal ministero dell’Interno. Ma a rincarare la dose ci ha pensato Graziano Delrio, ministro dei Trasporti da cui la Guardia Costiera dipende: “Stiamo parlando di soccorso in mare, non di controllo di flussi o di politiche di integrazione. Questo soccorso non è derogabile, né discrezionale. Nel codice c’è scritto che il trasbordo si può fare in condizioni particolari, coordinato dalla Guardia Costiera”. Da qui lo scontro tra i due ministri, con Minniti che vorrebbe applicare in modo rigoroso il codice di condotta delle ong, mentre Delrio vorrebbe interpretare più alla larga le indicazioni in nome delle ragioni umanitarie.

 

L’ASSENZA AL CONSIGLIO – Dopo la polemica Minniti ha scelto il silenzio e non si è presentato nel consiglio dei ministri di lunedì scorso, provocando le lamentele dei suoi colleghi. Ha poi minacciato le dimissioni, chiedendo – e ottenendo – una difesa da parte del governo e del Partito Democratico, arrivata tramite un post su Facebook di Matteo Renzi: “I nostri ministri, bravi e capaci, stanno facendo un buon lavoro”. Sono i numeri sui flussi migratori a parlare per Minniti, con il continuo calo degli sbarchi: dall’inizio dell’anno fino a oggi sono arrivate 96.438 persone, il 3,3% in meno rispetto ai 99.727 sbarcati nello stesso periodo del 2016. Con una riduzione di oltre il 50% degli arrivi nel solo mese di luglio.

 

SOLO CONTRO GLI SCAFISTI – Nonostante i risultati ottenuti, le posizioni di Minniti continuano a essere contrastate dalla sinistra, anche attraverso quelli che dovrebbero essere i suoi colleghi nel governo. Oltre a Delrio, che ha maldestramente provato a ricucire lo strappo dichiarando che tra lui e il ministro dell’Interno la linea è unica e c’è unità di intenti, anche altri esponenti del PD remano contro il codice per le ong. Infatti anche Maria Elena Boschi e Marianna Madia appoggiano le posizioni di Delrio, con gli esponenti del Partito Democratico che sembrano più concentrati al delicato equilibrio all’interno del partito che a trovare una effettiva soluzione al problema degli scafisti. E Minniti è sempre più solo nella lotta agli sfruttatori della crisi dei migranti.

 

 

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@maurizio_gaddi