Corea del Nord – Nuovo ordigno atomico in mano a Kim Jong-un
Corea del Nord – Nuovo ordigno atomico. “Una nuova testata nucleare che può essere trasportata su uno dei suoi vettori balistici”: l’intelligence americana non ha dubbi. Questo ordigno miniaturizzato consentirebbe al dittatore coreano Kim Jong-un
di espandere la propria supremazia su tutto il pianeta. La notizia, diffusa dal Washington Post, sottolineerebbe il fatto che, con questa nuova e potente arma, la Corea del Nord diventerebbe, di fatto, una superpotenza nucleare al pari di paesi come Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna, India, Israele e Pakistan. Secondo quanto riportato da fonti accreditate provenienti dagli 007 militari della Defense Intelligence Agency (DIA), questo ordigno atomico di minuscole dimensioni, progettato per essere inserito nell’ogiva di un missile balistico intercontinentale, sarebbe in grado di colpire gli Usa e le altre potenze entro un raggio di 10.000 chilometri. Il Washington Post rivela, inoltre, che Kim Jong-un è in possesso di un arsenale di ben 60 testate nucleari.
Corea del Nord – Nuovo ordigno atomico. “La Corea del nord farà meglio a smettere con le minacce agli Stati Uniti o queste avranno in risposta fuoco e furia come il mondo non ha mai visto”: queste le parole pronunciate da Donald Trump in seguito alle rivelazioni dell’intelligence. La notizia di oggi pone l’accento sulla necessità, da parte degli stati Uniti, di adottare nuove strategie politico-militari per fermare il ciclone nucleare Pyongyang. Fino all’odierna amministrazione trumpiana gli USA avevano preferito utilizzare la strategia di una pacata diplomazia. Bill Clinton, per esempio, preferì perseguire la strada di una serie di negoziati che, tutto sommato, ebbero il vantaggio di ridimensionare il clima di tensione tra i due paesi. Barack Obama, invece, indirizzò la sua politica sulla “strategia della pazienza”, convinto che il Nord Corea, prima o poi, sarebbe imploso da sé. Di tutt’altre vedute sembra essere, invece, Donald Trump deciso a “rispondere con furia” a questa nuova, drammatica provocazione che, al momento, non sembra promettere nulla di buono.
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