Turchia, scarcerazione dei giornalisti del quotidiano Cumhuriyet
Istanbul – Un tribunale della capitale turca ha optato per la scarcerazione dei giornalisti del quotidiano Cumhuriyet che erano stati arrestati 9 mesi fa con l’accusa di terrorismo e di cospirazione contro Erdogan. I giornalisti turchi, sospettati di avere dei legami con la presunta cellula golpista di Fethullah Gulen, il Pkk curdo e l’organizzazione turca di ispirazione marxista-leninista Dhkp-c (Fronte Rivoluzionario della Liberazione Popolare), rischiano ora fino a 43 anni di carcere. Ne sono stati scarcerati 7, mentre invece restano in carcere il direttore del quotidiano incriminato Murat Sabuncu, l’editorialista dell’International Press Institute Kadri Gursel, il reporter Ahmet Sik e l’amministratore Akin Atalay. Queste le loro parole: «Non ci metterete in ginocchio».
L’importanza fondamentale della libertà di stampa che garantisce la democrazia: la scarcerazione dei giornalisti del quotidiano Cumhuriyet
A seguito del fallito golpe dello scorso anno si diede il via ad una gigantesca manovra dai tratti tragicamente antidemocratici per imbavagliare la stampa: furono chiusi oltre 150 mezzi di informazione contrari al despotismo di Erdogan in Turchia e si procedette all’arresto di oltre 160 giornalisti. Fethullah Gulen venne accusato di aver ispirato il fallito golpe: il suo obiettivo principale era infatti quello di creare le basi socio-politiche per attuare una riforma radicale di ciò che restava della repubblica di Ataturk, mentre invece Erdogan non voleva sovvertire in toto il sistema kemalista. Lo scontro tra Gulen e Erdogan oggi, all’apparir del vero, può essere spiegato e compreso solo se si considera il complesso scenario religioso insieme a quello della politica estera.
Ma cosa si nascondeva dietro a quel fallito golpe? Quali furono gli interessi sottesi che lo animarono? Probabilmente dietro al golpe si celava il profondo punto di rottura degli interessi strategici della Turchia che cercava a tutti i costi di incamerare tra le sue finanze la Siria e l’Iraq, tuttavia senza riuscirci. Così la Russia e gli Stati Uniti finirono per appoggiare i curdi siriani per combattere l’Isis, spauracchio tanto temuto dalla Turchia. Erdogan, isolato e messo al muro dagli Stati Uniti, è stato quindi tradito a sua volta dai golpisti, che non tolleravano la sua politica anti-Nato, che lo avrebbe condotto ad un rovinoso fallimento espansionistico.
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