Incendio sul Vesuvio, l’illusione di un’eruzione [FOTOGALLERY]
Vesuvio in fiamme, famiglie evacuate e tensione. Sembra un’eruzione.
“Sembra Roma dopo Nerone”, così Fiorello definisce il grande incendio, per la precisione, i due chilometri di fumo che si sono abbattuti violentemente sul Vesuvio. Fumo nero, denso, irrespirabile: una colonna immensa, tragica, colma di cenere che s’è posata sulla città di Napoli, poi sui comuni vicini fino ad arrivare in Irpinia e nel beneventano.
Non ci sono dubbi: l’incendio è doloso. Chi ha deciso di dare fuoco al Vesuvio, ha deciso di farlo in modo plateale, conosce bene la zona, tanto da rendere quasi impossibile il suo spegnimento.
Per rendere più difficile l’intervento dei vigili del fuoco, sono stati infatti usati animali vivi: probabilmente gatti e tutte povere vittime innocenti da sacrificare, che cosparse di benzina e dati alle fiamme, nella loro disperata e inutile fuga hanno raggiunto la boscaglia più fitta dov’è impossibile intervenire prontamente e rapidità quando scoppia un’incendio.
Ennesimo esempio di una mano malata e perversa dell’uomo. Sono scattate subito le procedure per evacuare ristoranti e abitazioni nel comune di Ercolano e di Torre del Greco, evacuate alcune abitazioni nel comune di Boscoreale e sono state sbarrate tutte le strade che portano al vulcano di Napoli.
In azione Canadair e altri mezzi aerei, squadre dei Vigili del fuoco e la Protezione civile della Regione per un totale di circa 600 persone impegnate in tutta la Campania nel combattere un centinaio di incendi. “È significativo che ancora una volta non si faccia nulla per prevenire gli incendi che, come nel caso del Vesuvio, richiedono azioni immediate”, dice il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
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