La rivincita di Pizzarotti, di nuovo sindaco a Parma
Federico Pizzarotti, noto per il tormentato rapporto con Grillo che ha portato alla sua espulsione, si prende la rivincita e fa il bis nella città emiliana con la lista civica Effetto Parma. Pizzarotti assicura di voler pensare solo al secondo mandato, ma in tanti tra i critici guardano al suo modello, come il Pd che lo avrebbe voluto nel suo partito.
VITTORIA PIENA – Questa volta ha vinto solo lui. Non Grillo, non il Movimento, non il voto di protesta. Federico Pizzarotti è ancora primo cittadino a Parma e dopo essere diventato sindaco del comune emiliano nel 2012 da grillino, ha fatto della città pentastellata quella della sua lista civica, fondata insieme ai collaboratori più stretti dopo l’espulsione. La vittoria è arrivata al ballottaggio con un grande margine sul candidato del Pd, Paolo Scarpa, con il 57,9 % contro il 42,1 % di preferenze, mentre gli ex compagni del Movimento al primo turno erano riusciti a raccogliere solo il 3%. Un programma svincolato dalle logiche del Movimento ha permesso a Pizzarotti di convincere i cittadini emiliani a puntare ancora su di lui, nonostante i problemi nei primi 5 anni come sindaco di Parma. I giovani, il territorio con il turismo, il verde e la digitalizzazione i principali temi del programma di 247 punti presentato dal primo cittadino.
SAPORE DI RIVINCITA – Il secondo trionfo di Pizzarotti ha sapore di rivalsa nei confronti degli ex. Il passato mandato è stato condizionato dal rapporto conflittuale con la base dei Cinque stelle, con le infinite polemiche, le umiliazioni sul blog, le frecciate sull’inceneritore e la sospensione prima del definitivo addio lo scorso ottobre. Grillo al tempo della rottura lo aveva salutato augurandogli di godersi i suoi quindici minuti di celebrità, lui si gode invece il secondo mandato, pronto questa volta a fare le cose a modo suo: «Dopo i risultati, dopo aver stappato lo spumante di fronte ai risultati dello spoglio, qualcuno mi ha scritto un messaggio, mi ha detto che ho trasformato quei quindici minuti in cinque anni di governo. Non ho sentito nessuno – continua il sindaco – ma i risultati li stanno vedendo tutti e credo che qualcuno si starà mangiando le mani».
IL MANCATO APPRODO NEL PD – Dopo l’uscita dal Movimento in molti, anche dentro il Pd, avrebbero voluto collaborare con il sindaco di Parma in funzione anti Grillo. Lo ha detto prima il sindaco di Bologna Virginio Merola e lo ha ribadito dopo il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Il governatore avrebbe gradito per il Pd di Parma un laboratorio nazionale con chi aveva sbattuto la porta in faccia a Grillo con motivi molto evidenti e che però non era andato a destra”. Una sconfitta netta quella del Pd, accompagnata da alcune polemiche su Bonaccini, che risponde: «Alcune parti del Pd di Parma hanno accusato il sottoscritto, nemmeno troppo velatamente, di avere un buon rapporto col sindaco – dice il governatore – credo farete fatica a trovare un primo cittadino non di centrosinistra in questa regione che non ha un buon rapporto col presidente della sua Regione, perché le istituzioni sono chiamate a questo».
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