Strage di Brescia, la Cassazione conferma gli ergastoli

Dopo 43 anni e 11 processi, la Corte di Cassazione ha dichiarato colpevoli Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, i due appartenenti alla formazione neofascista Ordine Nuovo che erano accusati dell’esplosione del 28 maggio 1974 quando in piazza della Loggia morirono 8 persone e altre 100 rimasero ferite.

 

PROCESSO INDIZIARIO – Il procuratore generale Alfredo Viola aveva chiesto la conferma degli ergastoli per Maggi e Tramonte . «È stato un processo arduo ma non impossibile da decidere, al quale siamo determinati a porre la parola fine. Si è trattato di un crimine che ha dilaniato vittime e famiglie e che ha profondamente inciso il tessuto della democrazia, ma la magistratura italiana ha saputo concludere processi per fatti altrettanto gravi e inquietanti. Si è trattato di un processo indiziario e complesso – ha proseguito, parlando davanti ad alcuni dei familiari delle vittime – anche se non c’è la pistola fumante, è lo stesso possibile accertare le responsabilità e in questa vicenda ci sono voluti anni per rimuovere gli effetti di indagini errate, o volutamente errate».

 

LA DESTRA EVERSIVASecondo i giudici milanesi di secondo grado, quella strage è sicuramente riconducibile alla destra eversiva, che intendeva bloccare con metodi violenti i fermenti progressisti in atto nella società civile e destabilizzare il sistema politico attraverso azioni terroristiche eclatanti. Un ruolo centrale è stato quello del medico veneziano Maggi, all’epoca ispettore di Ordine Nuovo per il Triveneto, che coniugava l’ideologia stragista con la disponibilità di gelignite, il tipo di esplosivo usato nell’attentato. Ergastolo sia per lui che per Tramonte, i giudici parlano anche dei loro complici «parimenti responsabili, ma che da tempo hanno lasciato questo mondo o anche solo questo Paese, ponendo una pietra tombale sui troppi intrecci che hanno connotato la mala-vita, anche istituzionale, dell’epoca delle bombe».

 

LA REAZIONE DELLE FAMIGLIE DELLE VITTIME – «È una battaglia che doveva svilupparsi nel pieno della legalità e alla fine, dopo tanti anni, possiamo rivendicare di averla vinta, stando nel processo». Queste le parole di Manlio Milani, leader del Comitato dei familiari delle vittime. «Ringrazio i giudici, gli uomini del Ros, gli avvocati. C’è molto ancora da svelare, ma oggi ne sappiamo di più e possiamo dire che uomini dello Stato hanno sconfitto altri uomini dello Stato». Nel 2012 tutti gli imputati erano stati assolti per insufficienza di prove, ma nel 2014 la Cassazione ordinò di rifare tutto il processo per Maggi e Tramonte e con questa sentenza si è messa la parola fine sulla strage di Brescia.

 

 

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@maurizio_gaddi