Greenfell Tower: aperta un’inchiesta sull’incendio

Lascia attoniti ciò che è accaduto mercoledì scorso nella capitale britannica, quando le fiamme hanno avvolto 24 piani della Greenfell Tower di Londra nel quartiere di North Kensington scatenando l’inferno in terra. Al momento i morti accertati sono 30, ma aumenta il numero dei dispersi (oltre 70) e più passano le ore, più diminuisce la possibilità di trovarli vivi. C’è un tempo per soffrire e per addolorarsi per l’immane perdita di vite umane, un tempo per riflettere sull’accaduto e per trovare un senso e un tempo per agire e cercare, tra le ceneri di ciò che resta, la verità. Dopo il forte dolore e lo sgomento che questa terribile tragedia ha portato con sé, spezzando moltissime vite umane, è giunto il tempo di indagare sulle cause che potrebbero aver generato il primo focolaio, sui materiali utilizzati come rivestimento della facciata della Greenfell Tower, sul sistema antincendio, sul perché non sia stato dato l’ordine di evacuazione immediata. Tanti, troppi sono gli interrogativi che non trovano risposta. Il disastro poteva essere evitato? Cosa ha scatenato l’incendio? Di chi sono le responsabilità dell’accaduto?

Aperta inchiesta sull’incendio che ha distrutto la Greenfell Tower di Londra

Incendio alla Greenfell Tower di Londra, aperta inchiesta

Nel frattempo, giovedì è stata aperta un’inchiesta penale sull’incendio che ha distrutto il palazzo di 24 piani. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, la Omnis Exteriors, azienda che aveva fornito alla Greenfell Tower i pannelli in lamiera di alluminio (con un nucleo di polietilene infiammabile) per il rivestimento esterno, avrebbe confermato di aver scelto la soluzione più economica e infiammabile. Il materiale in questione si chiama Reynobond PE, infiammabile, che costa due sterline in meno del Reynobond FR, materiale invece resistente al fuoco. A questo punto i pannelli di alluminio della Omnis Exteriors sarebbero stati installati da una seconda azienda, la Harley Facades, a sua volta gestita da una terza azienda, la Rydon Maintenance. Sul sito della Omnis Exteriors l’azienda dice di sé: “Azienda leader britannica di produzione e fornitura di prodotti, sistemi e materiali per costruzioni esterne”, e prosegue “Con quasi 400 progetti di edifici multi-piano completati, sai che sei in buone mani”. Alle imprese di costruzioni tedesche ad esempio era stato vietato già dagli anni ’80 l’utilizzo di rivestimenti in materiale plastico, come il Reynobond PE, su torri abitative alte più di 22 metri. Era il periodo in cui furono introdotti dei regolamenti con lo scopo di migliorare le misure di sicurezza antincendio nei blocchi residenziali dell’edilizia popolare. Comunque l’indagine sarà svolta considerando anche altri fattori di rischio che avrebbero potuto alimentare le fiamme, come l’installazione corretta dei dispositivi antincendio presenti nello stabile e tutti i fori lasciati dopo la ristrutturazione del 2016, attraverso i quali si sarebbe diffuso velocemente l’incendio.

Nel Regno Unito ad oggi non esistono delle norme che richiedano l’utilizzo di materiali ritardanti ignifughi usati nei rivestimenti esterni per le torri abitative e le scuole ma forse, dopo questa tragedia, qualcosa cambierà. L’obiettivo della Greenfell Tower era quello di dare alloggio alle fasce di lavoratori meno abbienti, per la maggior parte immigrati provenienti da ogni parte del mondo, ognuno con la sua storia da raccontare, spesso partiti con una valigia piena di ricordi, di sogni e di speranze per il futuro, alla ricerca di un lavoro, di una manciata di diritti e di un briciolo di meritocrazia.

 

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