Londra: l’Is rivendica gli attacchi, è caccia alla rete dei killer
Continuano senza sosta le indagini di Scotland Yard sulla rete di killer che lo scorso sabato sera ha nuovamente sconvolto Londra con un attentato terroristico tra il London Bridge e il Borough Market in cui sono morte 7 persone, oltre ai 3 killer uccisi dalla polizia, e altre 48 sono rimaste ferite di cui 21 in gravi condizioni. Nella giornata di ieri la polizia ha arrestato 12 persone nel corso di un raid a Barking, quartiere nella parte orientale di Londra dove viveva uno dei tre attentatori uccisi, mentre anche questa mattina è stata fatta irruzione in altre due abitazioni della zona est della capitale e altre persone apparentemente coinvolte nell’attacco sono state portate in stato di fermo. Nonostante i blitz e gli arresti cresce la pressione e la polemica sull’intelligence britannica poiché i tre attentatori erano già noti a Scotland Yard per la loro radicalizzazione: uno di questi era stato filmato mentre discuteva con degli agenti per aver dispiegato una bandiera dell’Isis in un parco ed era stato addirittura segnalato da un amico al numero verde dell’antiterrorismo.
La strage è stata rivendicata dall’Is che, attraverso il suo organo di comunicazione Amaq, ha specificato che il duplice attacco nel cuore della capitale del Regno è stato opera dei combattenti del “Califfato” perpetrato nel nome di Allah. Sabato sera sul London Bridge, ponte simbolo della città, un pulmino ha prima investito diversi pedoni e poi, una volta abbandonato il veicolo, gli assalitori hanno accoltellato diversi passanti nella zona di Borough Market, nota per i numerosi bar e ristoranti, prima di essere freddati dalla polizia. Nel frattempo, mentre si cerca ininterrottamente la rete di appoggio dei killer, continua l’identificazione delle vittime. La prima è una ragazza canadese, mente non sembrano esserci italiani coinvolti.
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