Unicef, aumentano i bambini migranti in fuga da soli
L’Unicef ha lanciato l’allarme sull’aumento record dei bambini migranti in fuga da soli e ha pubblicato un rapporto “A child is a child” riguardante gli abusi, lo sfruttamento, la riduzione in schiavitù, l’avviamento alla prostituzione che molti di loro sono costretti a subire. Tra il 2015 e il 2016 sono aumentati i bambini migranti in fuga da soli: sono stati registrati 300.000 minori in circa 80 Paesi nel mondo e, di questi, circa 170.000 ha chiesto asilo in Europa.
L’aumento record dei bambini migranti in fuga da soli e il sogno europeo
L’Unicef ha quindi denunciato questi soprusi ponendo l’accento sulla crescente esposizione agli abusi dei bambini migranti in fuga a causa dell’emergenza migratoria che non tende a diminuire. Molti minori arrivati in Italia via mare (circa il 92%) erano da soli o comunque erano stati separati dai propri genitori, mentre altri (circa il 75%) hanno denunciato il fatto di essere stati detenuti e costretti a lavorare. I bambini migranti sono quindi sempre più soggetti a soprusi e violenze di ogni tipo e, purtroppo, tra i vari orrori che sono costretti a subire quotidianamente, risultano in primis la schiavitù e la prostituzione. I minori vittime di tratta di esseri umani sono circa il 28% dei migranti bambini giunti da soli in Europa.
In questo quadro a dir poco agghiacciante gli Stati membri dell’Unione Europea continuano a parlare di ripartizione degli immigrati in quote, una vera e propria utopia, considerata da molti come l’emblema del fallimento dell’Unione Europea. Il piano Juncker del maggio 2015, che prevedeva in materia di immigrazione una ripartizione dei profughi in quote obbligatorie tra gli Stati membri dell’Ue, di fatto è naufragato. Le quote obbligatorie suddette non sono mai state realizzate anche a causa della dura opposizione dei Paesi del Blocco dell’Est, ossia il Gruppo di Visegrad comprendente la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia e l’Ungheria. Queste quattro nazioni alla solidarietà imposta dal diktat di Bruxelles contrappongono da sempre una solidarietà legata ad una scelta democratica (in altri Paesi è stato indetto un referendum a riguardo). L’Italia e la Grecia, Paesi di primo approdo, in questo senso si rivelano le due uniche nazioni europee che si trovano sempre in prima linea, vuoi per posizione geografica vuoi per senso di responsabilità e di grande umanità. Ed è proprio qui che forse muore il sogno europeo, in quel corridoio umanitario strozzato nel cuore dei cosiddetti Paesi Civili.
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