Oggi è la giornata nazionale contro l’omofobia
OMOFOBIA- Oggi, 17 maggio, si celebra la giornata internazionale contro l’omofobia. Quali sono le principali cause di omofobia in Italia? L’Arcigay fa chiarezza con un report in cui recensisce 196 storie di omofobia avvenute quest’anno.
OMOFOBIA ISTITUZIONALE- Si parla di omofobia istituzionale quando le parole e le azioni contro la parità hanno come responsabile un rappresentante istituzionale, luoghi istituzionali, o realtà che tentano di realizzare discorsi discriminatori in palcoscenici “autorevoli”, ad esempio convegni. 62 storie rientrano in questa categoria: “Si tratta di un numero esorbitante – dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – sul quale pesano due fattori: da un lato l’approvazione della legge sulle unioni civili, con suo strascico di sindaci ‘disobbedienti’ che hanno tentato di intralciarne la piena applicazione; dall’altro lato le elezioni amministrative, che come ogni appuntamento elettorale hanno prodotto una notevole quantità di hate speech, utilizzato come leva di consenso”.
OMOFOBIA E SCUOLA- 15 storie arrivano dal secondo capitolo del report, quello dedicato alla Scuola: si tratta in parte di storie di bullismo, aggravate dal fenomeno del cyberbullismo, e in parte di corsi di educazione sul rispetto delle differenze individuali che sono stati respinti dai dirigenti scolastici. “La scuola – continua Piazzoni – è uno dei contesti che più subisce l’impennata dei discorsi e delle parole d’odio: rileviamo un abbassamento significativo dell’età dei carnefici e un dilagare del fenomeno delle baby gang, spesso protagoniste di fatti violentissimi. La particolarità delle discriminazioni subite dagli adolescenti omosessuali – continua Piazzoni – sta nel fatto che, a differenza di un coetaneo nero o ebreo, un ragazzo gay a casa non trova in genere una famiglia che lo prevede e lo accoglie, soprattutto se non ha fatto coming out o se i genitori non accettano il suo orientamento sessuale”.
LE VITTIME- “Nonostante l’approvazione della legge sulle unioni civili – denuncia Piazzoni – si registrano ancora casi di discriminazione delle persone lgbt, da sole o in coppia, escluse da negozi, offerte commerciali, luoghi. Si contano 12 casi che sono però, evidentemente, solo la punta di un iceberg”. Ma le ultime due categorie, cioè gli omicidi, gli atti e le parole d’odio, ritraggono un quadro inquietante. Gay, lesbiche e trans, percepiti come soggetti deboli e vulnerabili, sono vittime di ricatti, rapine, e agguati a un ritmo impressionate: il numero di episodi segnalati dai media indica una frequenza di circa un caso ogni tre giorni.