Federico Moccia tre metri dietro le sbarre
Federico Moccia, il romanziere divenuto celebre grazie al ciclo di libri e film legati a “Tre metri sopra il cielo”( romanzi sentimentali rivolti al pubblico adolescenziale) è stato condannato a due anni di carcere per evasione fiscale. Il noto autore tv, scrittore e regista, è stato accusato di elusione fiscale per aver evaso 1,4 milioni di euro nel biennio 2007-2008 attraverso fatture gonfiate per «acquisizioni inesistenti» facendo riferimento alle spese per il lavoro di preparazione del film “Scusa se ti chiamo amore”, lungometraggio del 2008 che aveva tra i suoi protagonisti Raoul Bova e Michela Quattrociocche.
Condannato in primo grado il 10 maggio dal Tribunale di Roma, Moccia è titolare di una ditta individuale che porta il suo nome, e avrebbe indicato alcune prestazioni mai ricevute nella dichiarazione dei redditi. Secondo quanto risulta dalla documentazione in possesso delle autorità Moccia si rivolse ai tempi della pre-produzione del film uscito nel 2008, alla MR Trade e alla Emmebi srl, società che si sarebbero dovute occupare di fare delle interviste per coadiuvare Moccia nella sceneggiatura del film. Tuttavia l’impossibilità di trovare la sede della prima azienda a cui Moccia sostiene di essersi rivolto ha fatto insospettire i finanzieri, che quando hanno cercato la MR TRADE nella sua sede hanno trovato solo un locale vuoto. Interrogato, Moccia sostiene di non ricordare. Ecco allora arrivare la condanna. Parte delle contestazioni sollevate a Moccia dal pm Mario Dovinola è ormai andata prescritta, altrimenti la pena avrebbe potuto essere ben più dura.
Se la sentenza verrà confermata nei prossimi gradi di giudizio, lo scrittore che ha dato il via alla moda dei lucchetti a Ponte Milvio, rischierà questa volta di sentire serrarsi per lui i lucchetti della prigione.
In passato Federico Moccia era stato assolto da un’accusa simile, come affermato in aula dal regista stesso.