Rogo a Pomezia, a rischio 150 aziende agricole

Non solo rischi per i cittadini, il rogo a Pomezia ha pesanti conseguenze anche le aziende agricole della provincia, a cui è stata vietata la raccolta di ortaggi e il pascolo degli animali. L’allerta per la salute e l’inquinamento dell’aria resta alta dopo il rogo avvenuto nell’azienda Eco X. Il divieto è partito da un’ordinanza della Coldiretti che che interessa un’area coltivata di circa 4mila ettari di terreno. La Procura di Velletri ha disposto il sequestro dell’impianto mentre è in corso di verifica il grado di diossina eventualmente sprigionatosi nell’aria.

Entro giovedì dovrebbero essere disponibili i dati sul grado qualitativo di inquinamento dell’aria e di concentrazioni di polveri. Preoccupazione anche per la questione amianto, che si trovava nei rivestimenti del tetto dei capannoni andato a fuoco, anche se incapsulato. Già sei mesi fa i cittadini avevano denunciato il rischio di roghi nell’azienda. Un disastro annunciato insomma, che ha messo in allarme le organizzazioni degli agricoltori, pronti a costituirsi parte civile “per i danni diretti, indiretti e di immagine provocati dall’incendio”.

“Per queste aziende – ha commentato il presidente della Coldiretti David Granieri – è vera emergenza perché non poter vendere i propri prodotti significa non poter lavorare. E’ fondamentale quindi che vengano subito attivate le procedure per il rimborso dei danni, un passaggio fondamentale per garantire la sopravvivenza delle imprese. Da sempre sicurezza e qualità dei prodotti rappresentano priorità per gli agricoltori che sono pronti a distruggere i raccolti, se contaminati, ma chiedono massima chiarezza sulla vicenda e tempestività nel poter accedere ai risarcimenti, troppo spesso rallentati dai tempi della burocrazia”. Nel giorno del rogo a Pomezia i livelli di concentrazione di polveri fini era pari a 130 microgrammi per metro cubo, quasi il triplo rispetto alla soglia di rischio.

 

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