Sentenza storica: legame tra smartphone e tumore al cervello

Presso il Tribunale di Ivrea il giorno 30 marzo 2017 si è svolta una sentenza storica: è stato riconosciuto un legame tra smartphone e tumore al cervello. Un uomo di 57 anni, dipendente da quindici anni di Telecom Italia, ha fatto causa all’azienda perché l’uso smodato di circa tre o quattro ore al giorno del telefono cellulare gli avrebbe causato il neurinoma dell’acustico, tipologia di tumore benigno ma comunque dannoso e foriero di invalidità. Infatti nella suddetta sentenza l’Inail è stato condannato a pagare una rendita vitalizia per la malattia professionale invalidante che ha colpito l’uomo.

Il giudice Luca Fadda, prima di emettere questa sentenza storica che riconosce un legame tra smartphone e tumore al cervello, si è avvalso della consulenza tecnica di vari esperti che si sono pronunciati inderogabilmente e, per la prima volta al mondo, iniziano così a tremare i colossi della comunicazione globale. Gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio hanno dichiarato, dopo la sentenza emessa dal giudice, che «La giustizia italiana ha riconosciuto la piena plausibilità dell’effetto oncogeno delle onde elettromagnetiche dei cellulari». Con questa sentenza storica si riconosce quindi il rischio che si corre quotidianamente nell’uso smodato dei telefoni cellulari. Soprattutto inizia a far paura vedere sempre più spesso adolescenti e bambini maneggiare il cellulare in modo compulsivo, senza conoscere ovviamente i rischi ai quali vanno incontro. Dove sono i genitori? A volte qualche “no” potrebbe rivelarsi utile rispetto al “sì” diseducativo. Bisognerebbe iniziare a porsi delle domande e correre ai ripari.

Nel 2011 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto i campi elettromagnetici come “possibili cancerogeni”. Forse quando avremo la certezza dell’effettiva dannosità delle onde elettromagnetiche generate dai dispositivi cellulari sarà troppo tardi per poter tornare indietro, ai tempi in cui guardavamo ancora dove stavamo camminando.

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