Spose bambine. Un caso, con lieto fine, a Torino
Spose bambine. Un fenomeno che riguarda molte culture dell’area africana ed asiatica ma che mal si coniugano coi valori occidentali. Valori che non sempre gli immigrati vogliono far loro continuando a mantenere tradizioni comunque incompatibili con il nostro stile di vita. Indubbiamente quello delle spose bambine è uno dei più inaccettabili per noi europei. Una pratica che da queste parti non è più praticata da un paio di secoli. Una ragazzina di Torino di origini egiziane, Rashida, di soli 15 anni si è rivolta al numero per l’emergenza infanzia per chiedere aiuto. Era stata promessa sposa ad un uomo più grande di lei di 10 anni che non ha nemmeno mai visto.
Rashida ha capito cosa la famiglia aveva deciso per lei quando ha visto nella sua camera il vestito rosso, tipico delle spose bambine. Appena compreso cosa la aspettava ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi. Indifferenti a questo segnale di forte diniego alle decisioni paterne, i genitori avevano anche stabilito che la ragazzina lasciasse la scuola perché “tanto ad una moglie l’istruzione non serve” . Una volta sposata avrebbe dovuto lasciare l’Italia per andare a vivere a casa della futura suocera. Ovviamente le forze dell’ordine sono state avvertite ed hanno tolto la ragazza ai genitori per portarla in una comunità protetta. Le stesse forze dell’ordine si sono recate dopo pochi giorni nella stessa comunità per verificare le condizioni della ragazza e l’hanno trovata felice, ha ricominciato ad andare a scuola ed è inseparabile dalla sua amica Sofia che ha il grande merito d’averla convinta a non accettare le imposizioni famigliari ed a chiedere aiuto al numero per l’emergenza infanzia. Il funzionario di polizia Alice Rolando, intervenuta non appena giunta la segnalazione del caso, ha senz’altro il merito di aver regalato un futuro diverso a questa ragazza. Se miglior o peggiore non si sa, ma pensiamo sarà migliore, di sicuro non sarà il futuro che altri avevano scelto per lei ma quello che lei stessa desiderava.
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