Siria, raid a Khan Shaykhun: almeno 72 vittime
È notizia di ieri quella del raid delle forze aeree siriane contro la città di Khan Shaykhun che ha causato, nell’immediato, la morte di oltre 50 persone di cui almeno 11 bambini. Il problema è che i feriti ricoverati presentavano evidenti segni di avvelenamento di gas, molto probabilmente, a giudicare dai sintomi dei pazienti, si tratta del Sarin. Ebbene nel corso della notte i decessi dei feriti si sono succeduti fino a far salire il numero delle vittime a 72. Secondo Al Arabiya i morti supererebbero il centinaio. Le forze aeree di Bashar Al Assad sono state accusate dai “ribelli” di aver utilizzato gas proibiti nel bombardamento. In prima linea ovviamente nell’accusare il regime di Damasco sono la Francia col presidente Hollande in persona e l’Inghilterra il cui ministro degli esteri Boris Johnson dice parlando del raid aereo: “Tutte le prove che ho visto suggeriscono che è stato il regime di Assad, nella piena consapevolezza di usare armi illegali in un attacco barbaro contro il suo stesso popolo”. Ma non è tutto, secondo Johnson se le responsabilità fossero accertate allora ciò “mostra che questo è un governo che non ha alcuna compassione per il suo popolo…e conferma che è un regime barbaro e che è impossibile continui ad avere autorità sulla Siria dopo il conflitto”.
Che la Francia e l’Inghilterra, da sempre nemiche giurate del re di Siria, si esprimano in tal senso sembra scontato. Ma anche Steffen de Mistura, inviato speciale dell’ONU in Siria, ha addossato le colpe al regime di Bashar Al Assad ed ha chiesto l’intervento del consiglio di sicurezza dell’ONU per individuare le responsabilità e punire i colpevoli. Federica Mogherini, il ministro degli esteri dell’UE, anche lei ha puntato il dito sul regime di Al Assad ritenendolo responsabile di attacchi con il gas. Ovviamente non poteva non essere coinvolta anche l’alleata cardine del regime siriano e cioè la Russia. Il premier turco Erdogan, uno che ai diritti umani ci tiene sul serio, ha contattato Putin per presentare le dovute rimostranze ma il presidente russo ha detto che le forze aeree russe ieri non sono entrate in azione e che con l’attacco non c’entrano niente. E pare che la cosa sia confermata.
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Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov ha, forse, chiarito un po’ le cose. Ha dichiarato che le uniche attività registrate dalle forze armate russe in territorio siriano sono relative ad un attacco aereo dell’aeronautica siriana su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella città di Khan Shaykhun. Ha aggiunto che in quella fabbrica erano state prodotte armi chimiche usate dai terroristi in Iraq e dai “ribelli” ad Aleppo e che quindi ciò che più probabilmente è successo è che l’esplosione della fabbrica di armi chimiche abbia disperso nell’ambiente ciò che produceva.
Il governo di Aleppo chiarisce la sua posizione: i raid sono stati compiuti con aerei Sukhoy SU-22 che sono armati di bombe che non possono essere adattate a portare gas. Inoltre, per i più distratti, vale la pena ricordare che il regime di Al Assad nel 2013 ha concluso un accordo con l’ONU per lo smantellamento di stock di armi chimiche la cui distruzione è avvenuta sotto il controllo dell’ONU nel corso del 2014. Inoltre come fa notare qualche analista proprio nel momento in cui Bashar sembra vicino alla vittoria, con i “ribelli” che stanno subendo una disfatta dietro l’altra, usare del gas peraltro, senza nessun motivo militare per il suo utilizzo, sembra ai più una scelta assurda. Del resto ad accusare Bashar Al Assad di aver usato gas nel raid di Khan Shaykhun sono i ribelli che controllano la città quindi quelli di Fatah El Sham, ex Fronte Al Nusra, costola di Al Quaida, insomma ci vuole pure un buon atto di fede a credergli.