Il Texas approva il Bill 25 e minaccia il diritto all’aborto
Lo scorso 20 marzo lo stato del Texas ha approvato il disegno di legge Bill 25. Il disegno purtroppo non è teso a regolamentare il sovrannumero di texani di nome Bill, ma l’ennesima e disgustosa – rispondiamo al fuoco col fuoco – misura tesa a limitare il diritto all’aborto negli Stati Uniti.
Sempre all’avanguardia dell’oscurantismo, il senato del Texas ha approvato il controverso disegno di legge Bill 25, che autorizzerebbe i dottori a mentire sulle condizioni di salute del feto a una paziente incinta. Primo a riportarlo l’ HuffPost Usa, il quale ha giustamente sottolineato come il provvedimento non sia altro un tentativo di impedire alle donne l’accesso al diritto costituzionale all’aborto. Nello specifico, il provvedimento Bill 25 impedisce ai genitori di citare in giudizio il servizio sanitario quando il bambino nasce con delle disabilità anche se i medici ne erano al corrente già dai test medici preparto e non hanno informato i genitori. Nonostante abbia tutta l’aria di una presa in giro, è la triste verità.
Sebbene l’iter legislativo non sia ancora terminato – il testo del Bill 25 dovrà essere approvato dalla Texas House of Representatives (la camera bassa dello Stato) – la sua approvazione nella prima camera ha scatenato l’indignazione di uomini e donne di tutti gli Stati Uniti. I promotori della proposta, in odore di repubblicana santità, sostengono che la legge proteggerà i bambini con disabilità e eviterà che i medici debbano affrontare inutili cause legali. Inutile, certo, la giustizia terrena nei confronti del giudizio di Dio: ‹‹È inaccettabile che i dottori vengano penalizzati per aver accolto la sacralità della vita umana››, ha affermato il senatore repubblicano Brandon Creighton, uno dei sostenitori del disegno di legge.
A schierarsi dalla parte degli “empi” invece, moltissimi avvocati che difendono i diritti riproduttivi, secondo i quali il provvedimento consentirebbe alle aziende sanitarie che si oppongono all’aborto di evitare i test prenatali e addirittura di nascondere i risultati alle pazienti. Un ritorno a situazioni da Medioevo che gli statunitensi non hanno avuto il piacere di conoscere, dunque devono rimettersi in pari!
Durissima la reazione di Heather Busby, direttrice del Naral Texas (organizzazione che si batte per i diritti delle donne) la quale ha dichiarato ‹‹Si tratta di un altro tentativo sottilmente velato di impedire alle donne texane di accedere al diritto costituzionale all’aborto››.
Oltre la drammaticità per tutte le donne e i genitori texani, il pericolo è che il disegno di legge Bill 25, una volta approvato in via definitiva, possa diventare un pericoloso precedente ad uso e consumo di tutti quegli Stati conservatori che non vedono l’ora di prendere a picconate i diritti civili.
L’approvazione del Bill 25 è l’ennesimo stupro della vita (intesa nella sua dignità) sulla scorta della questione del diritto alla vita, che in Italia ha sempre molta eco e incontrerà il favore dei movimenti pro-vita, che da una parte all’altra dell’oceano puntano sempre sugli stessi cavalli di battaglia, la difesa della vita – sacra – a tutti i costi, l’aborto come omicidio. Questo diritto alla vita buono solo finché si è dentro la pancia della donna, che una volta fuori liberi tutti e se vai in maternità ti licenzio. Sarà che questi oscurantisti (uomini di destra, di centro, repubblicani americani e così via) sono per natura dei “porci” buoni solo a “fottere vacche”, perché evidentemente tali considerano le donne, “buone solo a farsi scopare” (o a farsi stuprare) e così “stronze” da restare pure gravide e pretendere di offendere nostro Signore rifiutandosi di evacuare con dolore quei figli che loro, i padri, non vedono l’ora di “prendere a cinghiate”. Esageriamo, ma mica tanto.
Danno la nausea queste parole e questi disegni di legge che non si nascondono più nemmeno dietro il velo dell’ipocrisia, e che a chi quella vita non può permettersela, o come in questo caso non vuole infliggerla, non ispirano altro che una terribile delusione e repulsione. Perché sono figlie e madri abbastanza coraggiose, molte di loro, da abortire lo stesso, magari clandestinamente rischiandoci la pelle, insegnando a tutti gli uomini e finanche a Dio cosa significhi essere donne.
Attenti alla giustizia divina, poiché Dio vede e provvede, e non saranno le donne che abortiscono a doversi guardare dalla sua collera, ma quelli che vorrebbero impedirglielo!