Robot chirurgo salva due vite: il primato è italiano
È tutto italiano il primato mondiale per la prima operazione di chirurgia robotica di questo tipo: grazie al robot chirurgo, all’ ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stato infatti possibile effettuare l’asportazione e il trapianto di un rene.
La paziente donatrice (45 anni), pur avendo un rene perfettamente funzionante, è stata costretta alla rimozione dell’organo in quanto affetta da una malattia congenita (rene ectopico pelvico), che comporta dolori cronici ed infenzioni e che è risolvibile solo attraverso l’asportazione del rene stesso. Il robot chirurgo è stato fondamentale nella delicatissima fase di rimozione considerata la vicinanza dell’organo all’utero e la complessità della situazione vascolare: “un rene con una complessità di arterie mai presentata prima d’ora per un trapianto nella trentennale tradizione della chirurgia vascolare ospedaliera delle Molinette, abituata ad operare su tutti i distretti vascolari anche in condizioni sia di estrema urgenza che di difficoltà” ha infatti dichiarato a La Repubblica il direttore della chirurgia vascolare della Molinette, Maurizio Merlo. Questa prima fase dell’operazione è stata eseguita dal direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, il professor Paolo Gontero, coadiuvato da Alessandro Greco e dagli anestesisti Alessandra Davi ed Elisabetta Cerutti. Il rene, inizialmente destinato allo scarto, è stato trapiantato in un altro paziente, cinquantunenne in dialisi: di questa seconda fase, che previsto la ricostruzione della via urinaria del rene congiuntamente a quella del ricevente, si sono occupati due urologi, Omar Sedigh e Andrea Bosio.
L’operazione è ottimamente riuscita, come fa sapere l’ospedale: “due situazioni di sofferenza e di calvario sono state trasformate in lieto fine”. Il robot chirurgo non poteva non avere un nome italiano e soprattuto il nome di una delle menti italiane più ingegnose: si chiama infatti Da Vinci; ha un costo di circa 2 milioni di euro e viene regolarmente utilizzato per gli interventi di chirurgia oncologica.
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