Obiezione di coscienza: Rovigo dice no
È da qualche giorno che si discute sui medici obiettori di coscienza e non: in seguito al bando riservato a medici non obiettori di coscienza all’aborto, al San Camillo di Roma, sembra essersi sollevata una vera e propria bufera, che coinvolge medici e istituzioni. Così, a distanza di qualche giorno, si parla di obiezione di coscienza alla fecondazione assistita.
Infatti a Rovigo, presso il Centro di procreazione medicalmente assistita (Pma) dell’ospedale di Trecenta, la scelta dell’obiezione di coscienza da da parte di due biologhe ha comportato che l’Asl andasse alla ricerca di due biologhe non obiettrici per la procreazione assistita. Come si legge sul ‘Gazzettino’, nel bando l’obiezione era considerata una “giusta causa di recesso dell’Azienda, in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”. Il direttore dell’Asl 18 di Rovigo spiega all’Adnkronos: “Quest’azienda ha avviato un percorso di crescita dei servizi di procreazione medicalmente assistita, molto richiesti all’interno della rete dei servizi veneti. Per garantirne la funzionalità, l’eccellenza e la precisione, dopo attenta valutazione della norma dal punto di vista dell’applicazione giuridico amministrativa, abbiamo ritenuto di inserire nel bando questo criterio per dare ai nostri utenti risposte concrete e un percorso funzionale e continuativo. In queste particolari procedure, infatti, la presenza del biologo, i tempi, le modalità e la sicurezza sono elementi fondamentali”.
D’altronde il Pma vanta l’assistenza di circa 220 coppie e la nascita di 62 bambini, nel solo 2016. Ma sul fronte istituzionale, sebbene il Pma abbia ricevuto l’approvazione di un giudice, c’è la legge 40 che garantisce il diritto all’obiezione di coscienza, per cui l’articolo 16 della stessa legge prevede che “il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita quando sollevi obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione.”
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