La geografia dei 10 migliori speakeasy della Capitale
Nel lontano 1920, negli Stati Uniti, esisteva una realtà parallela a quella da tutti conosciuta, fatta di parole sussurrate, pertugi segreti e scambi sottobanco. Una dimensione, quella degli speakeasy (spazi clandestini ricavati da ambienti nascosti dove potersi divertire e concedersi un buon cocktail), nata per contrastare l’era del Proibizionismo, in cui la vendita, la produzione e il trasporto di bevande alcoliche erano impedite.
Oggi, nonostante sia passato quasi un secolo da quel periodo, a Roma, dove nulla invece è più proibito, la realtà degli speakeasy sta tornando a prendere piede, ma questa volta non per sfuggire ai limiti imposti dalla legge, bensì per la voglia di ritagliarsi uno spazio tutto proprio, accessibile a pochi.
Già, perché la forza di questi locali, di cui si viene a conoscenza attraverso il passaparola, sta proprio nella loro segretezza: se non sai dove cercarli è difficile scovarli. Sono ricavati da spazi secondari, nascosti dietro l’armadio di un negozio, arredati con poltrone antiche e radio rudimentali, e accessibili, almeno nella maggior parte dei casi, solo attraverso una parola d’ordine.
Ed è proprio per queste peculiarità che, entrandovi, si ha l’impressione che il calendario sia sempre stato fermo sul 1920, come se la mano dell’uomo del XXI sec. non fosse mai passata di lì, nonostante le lancette dell’orologio al suo interno scorrano velocemente.
In via del tutto eccezionale, vogliamo svelarvi la geografia dei 10 migliori speakeasy a Roma, affinché chiunque, almeno una volta nella vita, possa sorseggiare i più buoni drink di sempre, frutto dell’esperienza dei migliori barman della scena romana, lontano da occhi indiscreti.
Dunque, preparatevi ad abbassare il tono della voce e ad entrare in una realtà che prima d’ora vi sembrava potesse esistere solo nei film.
10. Dow Jones (Via Palermo, 9-13) Noto per le prelibatezze preparate dallo chef Luciano Monosilio che, qui, vengono affiancate alle creazioni alcoliche ideate da qualificati bartender, Dow Jones rappresenta uno speakeasy non convenzionale, dove passato e presente si incontrano per dare vita ad un connubio interessante. Stella del locale è un grande tabellone che ricorda il mercato azionario, dove ogni sera vengono riportate le quotazioni dei distillati, quantificate sulla base dell’apprezzamento espresso dalla clientela che è in continua interazione con il bancone. In questo locale il palato viene coccolato a 360 gradi, complice un’ottima cucina e delle piacevoli miscele alcoliche.
9. Keyhole (Via dell’Arco di San Calisto, 17) Locale curato e dall’atmosfera tipicamente retrò, Keyhole, nonostante affacci proprio sulla strada, rappresenta un mondo ancora sconosciuto da molti. Osservando la porta di ingresso tappezzata da finte serrature, in perfetto accordo con il nome del club, viene subito voglia di curiosarvi dentro, sicuri di fare una piacevolissima scoperta. E una volta entrati, infatti, si viene avvolti da un’atmosfera accogliente, complice i toni caldi delle pareti di colore rosso e l’arredamento ad hoc. A rendere questo viaggio indietro nel tempo entusiasmante, però, ci pensano i barman con le loro creazioni. Infatti, nonostante non sia necessaria una parola d’ordine per accedere a questo locale, esiste comunque una keyword ed è “affidarsi” ai sapienti barman.
8. The Race Club (Via Labicana, 52) Prima creatura dei fratelli Ferracani, Dario e Diego, il Race Club è la sintesi perfetta tra alcol e motori. A due passi dal Colosseo, al primo piano si presenta come una vera e propria officina meccanica, ma scendendo nel seminterrato si scopre un salotto vintage pronto per esaudire le richieste di tutti i suoi avventori. Il must dei cocktail proposti è home-made: ogni ingrediente viene accuratamente preparato in loco, a partire dai succhi fino ad arrivare allo zucchero liquido, e la frutta per preparare e guarnire i drink è rigorosamente fresca!
7. Spirito (Via Fanfulla da Lodi, 53) Avete presente quando dicevamo che gli speakeasy si celano dietro spazi secondari? Bene, Spirito ne è il classico esempio. Apparentemente introvabile senza un suggerimento, questo locale si nasconde dietro la porta “cella frigorifera” presente all’interno della Premiata Panineria, la nota panineria gourmand sita nel quartiere Pigneto. Basta trovare il citofono, chiamare, et voilà: si è pronti per iniziare un’esperienza sui generis all’interno di un club in perfetto stile newyorkese, dove l’attenzione viene catturata dal bancone-roulette (con croupier incluso), e dai mille colori della bottiglieria.
Tra i pochi locali di questo tipo a poter vantare un ampio spazio, con posti a sedere sia dentro che all’aperto, Spirito propone dei cocktail non convenzionali e di qualità. E per rendere l’esperienza ancora più dolce, i barman, ad ogni drink, affiancano un piccolo dolcetto!
6. Circolo Coda di Gallo (Via del Pellegrino, 13) Niente insegna, niente parola d’ordine: si accede solo se si conosce già il palazzo e si riesce a bussare al portone giusto! All’interno, vecchie poltrone da cinema per sedersi, complementi d’arredo fatti di legno e ferro, un lungo bancone dove osservare i barman all’opera, e tantissimi arnesi pronti per essere utilizzati- dai più tradizionali ai più curiosi, come il contagocce usato per centellinare le essenze (quasi si trattasse di una pozione) – selezionati con cura per compiere ogni sera delle strepitose magie liquide. È questo tutto quello che serve sapere prima di avventurarsi verso il Circolo Coda di Gallo, un locale dove potersi concentrare a 360 gradi sul beverage, dimenticando tutto quello che c’è oltre la sua porta d’ingresso.
5. Club Derrière (Vicolo delle Coppelle, 59) Chi pensa che Narnia esista solo nella fantasia non è mai entrato nell’armadio che collega il ristorante Osteria Coppelle al Club Derrière, il mondo parallelo fatto di passaggi segreti, luci soffuse e alcol a volontà. Questo locale, il cui arredamento richiama evidentemente quello degli anni 20, presenta una sala principale dominata da un bancone ingabbiato in un’ampia vetrata. Qui, ogni sera, una fitta schiera di clienti si raccoglie in attesa di assaporare uno dei cocktail d’autore. Nella stanza adiacente, invece, c’è spazio per le chiacchiere e per nuove sorprese, con un’imponente libreria che si scopre essere un porta segreta. In questo locale, musica, divertimento e mixologia si fondono in un’unica entità, e per chi ha paura di imitare i fratelli Pevensie, esiste un ingresso secondario che si affaccia sul vicolo adiacente alla piazzetta principale!
4. The Capone’s (Via del Porto Fluviale, 33) Correva l’anno 1919 quando Al Capone prendeva in gestione il Four Deuces, uno speakeasy. Ed ecco qui che, dopo quasi un secolo, lo spirito di Scarface è tornato per aleggiare su via del Porto Fluviale, da Capone’s, il locale a lui ispirato dove “parli piano e bevi forte”, e a cui hanno accesso solo i veri gangster. Tra gli speakeasy più autentici presenti sulla scena romana, qui si entra solo ed esclusivamente con la parola d’ordine e le regole da seguire sono ferree: il barman ha sempre ragione e verso la Pupa, figura a capo del locale, deve esserci il massimo rispetto. Il personale, sempre cordiale, contribuisce a rendere questo spazio un luogo perfetto dove rilassarsi sorseggiando dei cocktail di qualità, uno su tutti il “The Lady”.
3. Argot (Via dei Cappellari, 93) Tappa obbligata per tutti coloro che passano per Campo de’ Fiori, questo affascinante locale cura con la medesima attenzione l’aspetto del beverage e quello dell’arredamento, soddisfacendo contemporaneamente occhio e palato. L’ambiente è ristretto e i bartender sanno bene come coccolare i loro clienti, complice l’indiscutibile capacità di creare cocktail acrobatici. Eleganza è la parola d’ordine che guida il concept dell’Argot; già, perché, pur trattandosi di un luogo dove divertirsi e lasciarsi andare, questo speakeasy ha un’anima così raffinata da essere capace di travolgere chiunque vi entri: vi sembrerà di essere davvero tornati indietro nel tempo, lontani da tutto e tutti, di indossare smoking o abito lungo, avere in una mano un sigaro, nell’altra un bicchiere di whisky, e davanti a voi una band jazz con tanto di sax al seguito.
2. The Barber Shop (Via Iside, 6) Se pensavate di averle viste tutte, il Barber Shop è pronto a farvi cambiare idea. Barbiere di giorno, con sedie girevoli, cere e arricciabaffi, a partire dalle ore 23:00, nel seminterrato, si trasforma nel tempio delle perdizioni alcoliche, con l’accesso consentito solo previo tesseramento. Grazie alla musica live di sottofondo, al lungo bancone e al mago presente, pronto a mostrare i suoi migliori giochi di prestigio, il locale vi stregherà ancor prima che vi sediate per assaggiare il primo cocktail. A quel punto, infatti, quando il vostro drink vi si parerà davanti, ne basterà un solo assaggio perché abbia inizio l’inevitabile effetto dipendenza. Sulla carta, 16 composizioni liquide raggruppate in diverse categorie (che prendono il nome dai tagli del barbiere): da provare il “Su Poeta”.
1. Jerry Thomas (Vicolo Cellini, 30) Luogo ideale per compiere un autentico viaggio nel tempo, qui l’arte della mixologia trova la sua massima espressione. Parola d’ordine per entrare, arredamento retrò, atmosfera esclusiva, sono le tre keywords targate Jerry Thomas che, unite insieme, danno vita al connubio perfetto. Questo speakeasy racconta tra le sue pareti una storia lunga più di un secolo, che la scritta sul suo campanello (“Prof. Jerry Thomas”) lascia fin da subito presagire, ovvero quella di un uomo robusto che, a metà del 1800, dietro al banco dell’El Dorado, scrivendo il primo libro sull’arte del miscelare i cocktail, con il suo contributo gettò le basi per la moderna mixologia.
In questo locale, infatti, ogni drink è molto di più di quel che sembra, e racchiude in sé la passione, la maestria, ma soprattutto la tradizione che si lega alla miscelazione di ogni distillato.
Che dire, il Jerry Thomas, pioniere degli speakeasy romani, nonostante il passare degli anni e l’agguerrita concorrenza, resta il migliore presente sulla scena capitolina. Un nome, una garanzia!
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