Cyberbullismo, riparte la campagna “Vita da social” nelle scuole
Ci mancava solo il cyberbullismo a peggiorare il quadro sociale italiano, come se di guai ne avessimo pochi. Riparte la campagna “Vita da social”, grazie all’iniziativa della polizia postale, allarmata dai frequenti casi di cyberbullismo sul web. Queste le parole della direttrice della polizia postale Nunzia Ciardi: «Internet dovrebbe essere un’opportunità per i ragazzi e non un pericolo». Sbandierando la libertà di espressione oltre il 10% dei giovani approva la barbara e diffusa pratica degli insulti online.
Come disse Umberto Eco nel 2015, durante una lectio magistralis all’Università di Torino: «Internet e i social media hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione vera e propria degli imbecilli». All’epoca molti accusarono Umberto Eco di arroganza e superbia. In realtà, visto ad esempio l’epilogo del tragico caso di Tiziana Cantone, non possiamo che essere d’accordo con le affermazioni lucide e impareggiabili di Umberto Eco.
La campagna “Vita da social” quindi riparte dalle scuole, volta a sensibilizzare i giovani e a farli riflettere prima di scrivere. L’obiettivo principale che questa campagna si pone è quello di prevenire gli episodi di violenza e gli insulti sul web, evitare le molestie e le offese che ledono la dignità delle persone. I giovani sui social spesso si lasciano andare ad episodi di “hate speech”, senza comprendere la gravità delle loro affermazioni. Il più grande “misunderstanding” che è sorto nell’era di internet è quello di pensare che il proprio giudizio (dannoso e infamante) possa essere in qualche modo utile al progresso dell’umanità mentre invece non fa che ripiegarsi sulla propria ignoranza e nutrirsi di essa.
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