Ara Pacis tra storia, arte e tecnologia
Avete mai immaginato l’Ara com’era? Non è più immaginazione: all’Ara Pacis sbarca la realtà aumentata.
Si tratta di una Augmented Reality (Realtà Aumentata), che attraverso visori AR (Samsung GearVR) e la fotocamera dei device in essi inseriti permette di fondere elementi virtuali ed elementi reali nel campo visivo dell’osservatore. Quest’ultimo potrà spostarsi lungo un percorso di 9 differenti punti di interesse, dotato di questo particolare visore che gli consentirà di visualizzare il reale colore delle parti scultoree dell’Ara (l’Ara com’era appunto), mentre le voci di Luca Ward e Manuela Mandracchia daranno le dovute spiegazioni. Infatti, puntando il visore sui bassorilievi, questo rileverà la loro tridimensionalità grazie alla particolare tecnologia AR ed effettuerà un tracking in tempo reale.
L’osservazione inizierà dal plastico del Campo Marzio Settentrionale, per poi passare al plastico ricostruttivo dell’Ara Pacis, dove sarà possibile invece osservare una ricostruzione in 3D dell’antico rito sacrificale che avveniva all’interno dell’ara stessa. Da qui si giunge dinanzi all’imponente monumento dell’Ara Pacis: seguendo l’ordine cronologico degli avvenimenti, sarà possibile ammirare la colorazione originaria dei marmi, secondo la ricostruzione realizzata nell’arco di un decennio circa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Si partirà dunque dai rilievi raffiguranti il sacrificio di Enea, per poi passare alla nascita di Romolo e Remo. La ricostruzione colora ogni singolo spazio, non solo riproducendo anche figure ora totalmente assenti all’interno dei rilievi stessi, ma rispettando i frammenti in rilievo.
Pertanto dalla narrazione delle origini mitiche di Roma si passa alle fasce laterali dell’Ara Pacis, decorate da un grande lastrone raffiguranti dei cortei: nel lato sud tra augures e littori sono stati riconosciuti Tiberio, Livia e lo stesso Augusto, il quale, coronato di alloro, sta compiendo il rito sacro (probabilmente l’inauguratio della stessa Ara Pacis). Nel successivo punto di osservazione, la coloratissima immagine della dea Tellus, portatrice di prosperità e della dea Roma, raffigurata come un’amazzone vittoriosa avvolta in un panneggio rosso pompeiano, simboli entrambi della pax augustea. Colori molto accesi dunque, così come accade nel bellissimo fregio sottostante in cui da un cespo d’acanto centrale si diramano piante ed animali di ogni sorta: una rigogliosa vegetazione dal verde acceso si staglia su di un blu elettrico, cercando di riportare lo spettatore nell’era augustea quando gli antichi romani “erano invitati a dimenticare gli orrori della guerra in questo giardino lussureggiante”.
Appassionati di storia, arte e tecnologia, non potete perdervi L’Ara com’era!
Vai alla home page di Lineadiretta24
Leggi altri articoli dello stesso autore
@ludovicapal